
Cultura e Spettacoli
Venerdì 08 Aprile 2011
Vergani, un anno dopo
una mostra lo ricorda
A un anno dalla morte del fotoreporter erbese, in Sicilia una retrospettiva dei suoi scatti più celebri sulle feste religiose nell'isola.
A un anno dalla sua morte, se n'è andato il primo maggio del 2010, il fotoreporter Amedeo Vergani riceve l'omaggio della gente di Sicilia, stirpe che molto ha amato e ritratto tramandando immagini entrate nella storia della fotografia. Caltagirone dedica al fotografo erbese, in anni lontani cronista a "La Provincia", una mostra elle sue foto siciliane che si inaugurerà questa sera nella galleria «Luigi Ghirri». Il tema della rassegna (aperta fino al 22 maggio) è «Feste religiose in Sicilia: tra fede cristiana e riti pagani». I culti ai quali Vergani si appassionò di più furono quelli della settimana santa. La frequentazione della gente siciliana fu infatti molto intensa, anche se Amedeo ha fotografato molti dei popoli più schietti e originali del mondo con altrettanta passione. Prima di lasciarci Amedeo aveva raccontato le sue avventura siciliane a «Leica Magazine» che gli dedicò un lungo servizio, oggi più che mai d'attualità. «La Sicilia - spiegava il fotoreporter - è stimolante per le sue profonde problematiche, le sue mille contraddizioni e i suoi grandi misteri sullo sfondo di un'area che rappresenta quanto di meglio hanno prodotto le diverse culture che nel corso dei secoli si sono affacciate sul Mediterraneo: fenici, greci, cartaginesi, romani, gli arabi che sono stati qui 500 anni, lasciando qualche cosa che ancora si sente». Ecco il grande genio di Amedeo è stato quello di andare a scoprire e fotografare «tutto quello che ancora si sente e si vede»: a Piana degli Albanesi, a Corleone, a Prizzi, a Palazzo Adriano a Caltagirone. A Prizzi ancor oggi gli abitanti sono chiamati "saraceni". Ecco quindi nelle foto di Amedeo gli scontri tra la fede cristiana che quasi esplode nei riti della settimana santa e delle feste patronali, e le sopravvivenze, nemmeno tanto subdole, dell'Islam. Vergani arrivò molto prima di Tornatore e Palazzo Adriano: il grande regista per raccontare il paese con il suo celebre «Nuovo cinema Paradiso», lui il fotoreporter mettendo in evidenza i contrasti etnici tra i fedeli cattolici di rito romano e quelli di rito albanese che tramandano la cultura dei loro avi. Amedeo rammentava che il paesaggio siciliano è stupendo però lui ha sempre preferito puntare l'obiettivo sull'intensità dei volti, sulla gente radunata per le funzioni religiose, sugli atteggiamenti dei bambini I reportages di Vergani sulla gente siciliana sono andati in giro per il mondo attraverso «Geo», «Bunte», «Atlante», «Gente Viaggi» e «Bell'Italia». È dunque giusto e bello che la Sicilia sia la prima a ricordare questo geniale reporter.
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