Obiettivo rigenerazione della plastica. Così Caldara Plast è diventata un’eccellenza nell’economia circolare

Il caso L’impresa già negli anni ’60 era focalizzata sul recupero degli scarti. Due stabilimenti, trattati ogni anno 10 milioni di tonnellate di plastiche

C’è chi ha intuito il futuro della raccolta, divisione e recupero degli scarti plastici per il loro riutilizzo ben prima che, a tutto questo, si desse il nome di economia circolare.

Nel 1963 la Pontiggia & Caldara recuperava i primi scarti plastici da laboratori e fabbriche, negli anni Settanta viene costruito il capannone per lo stoccaggio a Caslino d’Erba. Negli anni Novanta l’azienda diventa Innocente Caldara snc e si apre al mercato delle plastiche macinate, fino al trasferimento a Erba dove si inizia a produrre il granulato di plastica, il compound. Nel 2011 viene acquisito un secondo polo produttivo ad Alzate Brianza.

I risultati

Oggi sono 10mila le tonnellate di plastica che Caldara Plast recupera ogni anno. L’azienda, sempre a conduzione familiare, si occupa del recupero e rigenerazione di materie plastiche e produzione di compound termoplastici personalizzati in due sedi, con 15 linee di estrusione, per un totale di 22mila tonnellate di tecnopolimeri estrusi all’anno.

La Divisione Recupero di Erba si occupa della macinazione degli sfridi di lavorazione e degli altri materiali plastici di scarto. La Divisione Compound di Alzate Brianza è invece specializzata nella produzione e lavorazione di materie plastiche in granuli, in particolare compound di tecnopolimeri rigenerati e da prime scelte, prodotti in base alle esigenze del cliente.

Massimiliano Caldara, titolare di Caldara Plast, è intervenuto nel corso della tavola rotonda organizzata a Lariofiere in occasione di Fornitore offresi per ricordare un percorso di 60 anni che ha permesso all’azienda di evolvere mentre cresceva la consapevolezza comune della necessità della riduzione, recupero e riciclo dei rifiuti plastici. «Gli obiettivi dell’azienda sono di ridurre il rifiuto plastico non recuperabile ai minimi termini e promuovere la cultura dell’utilizzo di materiale rigenerato, riducendo notevolmente l’utilizzo delle materie prime vergini – ha spiegato Massimiliano Caldara – inoltre attraverso le certificazioni abbiamo poi potuto differenziarci sul mercato e garantire la circolarità del prodotto che da rifiuto diventa materiale pronto per lo stampaggio».

La filiera

Da una parte si occupano di gestire gli scarti di materie plastiche e sono partner specializzati per le imprese che vogliono smaltire correttamente gli scarti di lavorazione delle materie plastiche nel rispetto delle normative. Dall’altra sono produttori di plastica riciclata in Italia: tra le poche aziende che offrono ai loro clienti un’ampia gamma di prodotti rigenerati o prime scelte sia di qualità industriale sia tecnopolimeri. Una tipologia di materiali che, se sarà approvato il nuovo regolamento, saranno richiestissimi perché indispensabili per la realizzazione di ogni nuovo prodotto in plastica.

Una fliliera che oggi è guardata con la massima attenzione dai legislatori europei, mentre è in via di definizione il regolamento che renderà obbligatorio integrare i nuovi prodotti plastici con una percentuale di materiale riciclato.

E infatti le prospettive del settore della gomma plastica sono ottime. Il comparto comprende già più di 5.500 aziende in tutta Italia, oltre 140mila addetti e genera un fatturato di 23 miliardi di euro pari al 1.3% del PIL nazionale.

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