Anno nuovo emergenza vecchia: la siccità torna a preoccupare e il lago è già in secca

Non piove Precipitazioni forse tra una settimana e il Lario continua a scendere: ieri -6 centimetri. Preoccupano la scarsità di neve e di scorte d’acqua

Lo scorso anno era andata anche peggio, perché nonostante la pioggia e la neve (sopra quota 500 metri) cadute il 15 febbraio il lago si trovava a meno 15,2 centimetri sotto lo zero idrometrico contro i meno 6,2 centimetri rilevati nel tardo pomeriggio di ieri. La situazione è ugualmente preoccupante, perché avanti di questo passo - le prime precipitazioni sono attese la prossima settimana (ne diamo conto qui a fianco), il Lario si avvia a stabilire un nuovo primato negativo per il periodo, con annessi rischi per la Navigazione, che pure grazie alla perizia del personale lo scorso anno è riuscita a garantire imbarco e sbarco anche con il lago al punto di non ritorno dei meno 30 sotto lo zero idrometrico. Si spera nella pioggia e si continua a chiedere aiuto e supporto operativo agli invasi alpini che, in una settimana (dal 5 al 12 febbraio) hanno rilasciato qualcosa come 11,7 milioni di metri cubi d’acqua.

Magro bottino

Al momento in una scala gerarchica su tre livelli, siamo nella “fase uno” della situazione d’allerta, con il livello del lago che ha lasciato sul campo 1 centimetro nelle ultime ventiquattro ore e che ad oggi (fonte Centro Meteo Lombardo, con la stazione dell’Aero Club come riferimento) può contare su soli 26,2 millimetri di pioggia caduti da inizio anno. Un bottino troppo magro per poter dormire sonni tranquilli.

E con il Lario in ritirata, anche l’idroelettrico e l’agricoltura di pianura sono in seria difficoltà, considerato che con 53,8 metri cubi al secondo di deflusso l’aiuto che può dare l’acqua del nostro lago è veramente ridotto a numeri da prefisso telefonico. Rispetto alla media stagionale del periodo, il Lario si trovava ieri a meno 17,9 centimetri, un valore ancora accettabile, anche se in progressivo aumento, ricordando a ieri il nostro lago deteneva anche la seconda peggior percentuale di riempimento (20%) dei laghi lombardi. Senza neve in quota e senza pioggia le contromisure da adottare sono veramente poche e il precedente decisamente poco incoraggiante del 2022 non depone a favore della causa, considerato che il Lario era riuscito a tornare sopra lo zero idrometrico solo il 4 maggio. Una circostanza salutata dodici mesi or sono con favore soprattutto in virtù degli importanti cantieri in essere, quello delle paratie e quello della variante della Tremezzina (a Colonno).

Timori per le sponde

Ora però c’è bisogno di scorte per l’estate e soprattutto di garanzie per la tenuta delle sponde, delle darsene (all’asciutto) e per non presentare un biglietto da visita ai turisti fatto di lunghe lingue di ciottoli.

Certo, siamo ancora lontani dal record negativo del periodo (era il 16 febbraio 1984) quando il livello aveva toccato addirittura i meno 69 sotto lo zero idrometrico. Sicuramente il Consorzio dell’Adda ha già posto in essere un giro di vite al deflusso e obiettivamente con 53,8 metri cubi al secondo in uscita è difficile chiedere altri sacrifici. Non resta che sperare che dalla prossima settimana pioggia e neve in quota tornino a ridare un minimo di speranza in vista della primavera.

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