Argegno e la Svizzera,
due frane a confronto
Il paragone che imbarazza

In Val Bregaglia tre mesi per rifare la strada spazzata via. Sulla Regina non ne sono bastati quattro per sistemare un muro crollato di appena 50 metri cubi

Gli svizzeri in tre mesi hanno riaperto la strada cantonale che collega Castasegna (primo abitato dei Grigioni dopo il valico di Villa di Chiavenna) al passo del Maloja dopo la frana del 23 agosto dal Pizzo Cengalo. Due milioni e mezzo di metri cubi di roccia e terriccio che hanno spazzato via la strada. Ad Argegno, provincia di Como, ne sono passati quattro (dal 10 settembre ad oggi) e non si è ancora riusciti a ricostruire il muro di 50 metri cubi di materiale caduto sulla Statale Regina per il cedimento del muro di una villa. Non solo: il traffico continua a scorrere a senso unico alternato, regolato da un semaforo e, soprattutto, non si vede quando il problema potrà essere risolto.

Un paragone, quello proposto da “La Provincia”, certo imbarazzante. «Oggi sono arrivate due Pec dell’Anas. Riguardano sì dei lavori, ma di adeguamento tecnologico delle gallerie di Cernobbio e Brienno, che contemplano una chiusura notturna dei due tunnel. Insomma, ordinaria amministrazione. Della frana di Argegno neanche una parola. Siamo molti arrabbiati, ma non ci arrendiamo. I lavori devono iniziare al più presto, senza se e senza ma», dice il sindaco di Argegno, Roberto De Angeli. E così, i giorni passano e, tra appalto e cantiere, si rischia di arrivare con le ruspe in azione ben dopo il lungo week end di Pasqua, che sul lago dà inizio alla stagione turistica. Infine, un’ultima differenza. Il Comune di Bregaglia ha ringraziato «la popolazione per la comprensione avuta negli ultimi mesi e gli automobilisti per la pazienza», senza scomodare gli 11 milioni di franchi raccolti spontaneamente. L’Anas ha sin qui fatto spallucce e al muro di burocrazia (l’unico sin qui costruito) ne ha aggiunto un altro, fatto di lunghi silenzi.

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