Portoghese, dai tessuti al giornalismo
«Abbiamo perso un grande amico»

Commozione in città per la scomparsa dell’imprenditore vittima di un incidente in Friuli. Fondò Ecoinformazioni, fu tra i primi attivisti di “Paco”. Magatti: «Un uomo di impegno e idee»

Como

Sta suscitando grande commozione, in città, la scomparsa improvvisa di Paolo Portoghese, 72 anni, imprenditore titolare della Setalmoda di via Val Mulini, rimasto vittima sabato sera di un incidente in Friuli, a San Quirino.

Sposato e padre di due figli, residente a Moltrasio, Portoghese era noto e amato soprattutto negli ambienti di una certa sinistra radicale che gli anni hanno finito per trasformare, a volte ambientalista (come nel suo caso), a volte cattolica, senz’altro molto visionaria e spesso abbastanza distante dai partiti tradizionali: fu un ecologista ante litteram, un Verde arcobaleno della prima ora, ma fu, Portoghese, anche un imprenditore talentuoso con una passione particolare per l’informazione. Nei primi anni Ottanta, fondò Radio Popolario, una piccola radio locale che in parte riprendeva la programmazione della più nota Radio Popolare, ma una citazione la merita soprattutto “Verdeco”, prima agenzia di stampa che si proponeva di fornire, agli organi di informazione locali e non solo, notizie legate al mondo dell’associazionismo e del terzo settore.

“Ecoinformazioni” nacque pochi anni dopo da quel primo esperimento che Paolo sostenne sempre in prima persona, riuscendo a far combaciare la sua attività di imprenditore della seta (capace di “Stoffe e storie”, primo esperimento di “etichettatura consapevole” dei prodotti, acquistabili assieme a una breve storia della loro provenienza e di chi li aveva realizzati) con l’attività di editore. . Un ricordo affettuoso, figlio di una amicizia genuina e antica, arriva dall’assessore Bruno Magatti, che con Portoghese - e in realtà con molti altri che sarebbe lungo citare - condivise il percorso di Paco, quel “Progetto per amministrare Como” che oggi, dopo tanti anni di battaglie civili, si ritrova a governare il capoluogo: «Con Paolo - dice Magatti - abbiamo “abitato” e “vissuto” dall’inizio l’esperienza di Paco, che fu sempre una realtà plurale, nella quale convivevano e convivono anime diversissime. La sua era quella ambientalista: condividevamo anche un passato comune nello scoutismo. Era un uomo dolce, sensibile, che ha sempre lavorato moltissimo: impegno, fatica, idee».

Il servizio completo nell’edizione de La Provincia in edicola lunedì 25 luglio

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