Schignano, aggredita da un cinghiale
«Basta, fermiamo questa invasione»

La denuncia di Vanessa Peduzzi dopo quanto successo a lei e al suo cane all’Alpe di Bedolo. Appello alla Provincia

«Ares, il mio bassotto tedesco a pelo lungo, dopo l’incontro ravvicinato con un grosso cinghiale, è rannicchiato nella cuccia. È un po’ malconcio. L’ho visto zoppicare. Un’esperienza davvero brutta. Il cinghiale prima ha puntato e rincorso Ares, poi quando mi sono avvicinata ha puntato anche me. Spero e mi auguro che qualcuno intervenga per porre rimedio a questo assedio alle nostre montagne». Il fatto è successo giovedì 15 luglio. È ancora scossa Vanessa “Nini” Peduzzi, 24 anni, che con piglio deciso - nonostante la giovane età - porta avanti l’Alpe di Bedolo (meno di un quarto d’ora a piedi dalla frazione di Perla) con la sua azienda agricola “Fiocco di Neve”. Da tempo - anche attraverso Coldiretti Como Lecco - Vanessa Peduzzi aveva segnalato problemi ai suoi pascoli, letteralmente arati dai cinghiali. Ora però la situazione è cambiata. Ed è proprio “Nini” Peduzzi a spiegare il perché: «Stavo mungendo una vacca nel pascolo, quando mi sono accorta che Ares era inseguito da un grosso cinghiale - racconta - Credo fosse una femmina, anche se non ho visto cuccioli nei dintorni. Mi sono avvicinata con un bastone che porto sempre con me. L’ho fatto d’istinto per proteggere il mio cane. A quel punto il cinghiale ha cambiato direzione e mi ha puntata deciso. Ho avuto la prontezza di riflessi di tornare sui miei passi e correre verso una zona sicura. Poi il cinghiale si è allontanato ed ha fatto perdere le sue tracce. Ares era zoppicante. Si è rintanato in cuccia e non si fa toccare. Spero che questa invasione si possa arginare. È evidente che la situazione legata ai cinghiali ormai è fuori controllo». Vanessa Peduzzi attraverso il nostro giornale si rivolge all’amministrazione provinciale.

«Abbiamo da poco inaugurato l’Alpe di Bedolo - struttura di Ersaf-Regione Lombardia - con grandi sforzi e con grandi motivazioni. La gente sta apprezzando i nostri prodotti e la nostra cucina. La nostra è una struttura sicura. I problemi si verificano nei pascoli. Mi rivolgo direttamente all’amministrazione provinciale chiedendo che vengano installate le trappole, così da provare a limitare questa presenza con cui è sempre più difficile convivere». «Non ci sono pericoli per i nostri clienti. Evidentemente il cane ha rappresentato un elemento di disturbo. Ciò non toglie che tutti e due abbiamo vissuto un brutto quarto d’ora. Ma c’è anche un altro dettaglio che mi preme raccontare. Mercoledì sera mi sono affacciata alla finestra sentendo dei rumori all’esterno. Ho puntato la pila ed ho visto i cinghiali nel pascolo con le mucche. Ora mi chiedo se tutto ciò sia tollerabile». «Bisogna intervenire non a parole, ma coi fatti, difendendo noi e tutti quelli che con impegno e con grandi sacrifici cercano di tenere vive ed attive le nostre montagne».

(Marco Palumbo)

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