Servizi in ospedale, ore ridotte: la protesta dei 63 dipendenti

GravedonaIl ridimensionamento riguarda la pulizia e lo smaltimento rifiuti «Eppure durante la pandemia erano considerati eroi». L’azienda non replica

Sono 63 i lavoratori dell’ospedale di Gravedona che dal 1° gennaio prossimo si troveranno con l’orario, e di conseguenza anche con lo stipendio, quasi dimezzato.

Con la scadenza del contratto di appalto per la mensa, le pulizie, lo smaltimento del materiale infetto e una serie di altre funzioni similari, gestito in questi anni da un’azienda di Como e una di Milano, la proprietà del nosocomio, Italia Hospital, ha infatti deciso di ridurre notevolmente le ore del personale.

«Rimane inalterato il servizio mensa – interviene Fabrizio Cavalli, della Filcams Cgil di Como – Per il resto, le ore svolte dai lavoratori verranno ridotte in una percentuale che va dal 17 al 40%: molti addetti che ora svolgono 30 ore settimanali, insomma, si ritroveranno a svolgerne solo 18».

Delle 63 figure coinvolte, 49 lavorano a tempo indeterminato e 14 a tempo determinato. Riducendo le ore, secondo il sindacato, c’è il rischio che parecchi saranno costretti ad andarsene per ovvie ragioni economiche: «Siamo seriamente preoccupati per le inevitabili ricadute occupazionali – afferma anche Luca Parravicini, della Fisascat Cisl – e molto delusi dalla proprietà del “Moriggia Pelascini”. Durante le tremende ondate della pandemia questi lavoratori, assieme medici e infermieri, erano stati definiti eroi e ora vengono trattati senza più la minima considerazione».

Se i lavoratori, com’è giusto che sia, sono al centro dell’attenzione sindacale, anche le conseguenze in termini di qualità del servizio non sono trascurabili: «Stiamo parlando di un ospedale, dove l’igiene dei degenti e degli ambienti non si può certo sottovalutare – rimarcano i due sindacalisti di Cgil e Cisl – Gli spazi e il numero dei letti rimangono esattamente quelli di prima, mentre le ore di pulizia vengono ridotte, e non di poco. Ipotizzando che il personale non aveva certo il tempo di starsene con le mani in mano nemmeno in questi anni, c’è da preoccuparsi anche come utenti dell’ospedale per la qualità del servizio a partire dal 1° gennaio 2023».

Le organizzazioni sindacali organizzeranno assemblee e proclameranno lo stato di agitazione subito dopo Natale; nel frattempo hanno già chiesto un incontro all’ispettorato del lavoro: «E’ grave che la proprietà abbia fatto sapere che non intende partecipare – riferisce ancora Cavalli – L’ospedale di Gravedona è accreditato e, ricevendo finanziamenti pubblici, avrebbe il dovere di confrontarsi».

Nessuna risposta dai piani alti dell’ospedale: il direttore amministrativo, Pierpaolo Luciano, e i suoi collaboratori, per il momento, preferiscono non commentare. (Giampiero Riva)

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