Una scuola dedicata a don Roberto Malgesini, il “prete di tutti” continua a essere un modello per costruire relazioni profonde

Gravedona Un esempio per tutti gli educatori, perchè insegnava con la sua vita e col suo amore disinteressato: ecco la motivazione con cui oggi il cardinale Oscar Cantoni ha annunciato la scuola di Gravedona e Uniti intitolata al prete ucciso due anni fa

La scelta del luogo non è casuale: Gravedona in fondo ricorda con affetto il primo incarico pastorale di don Roberto, che lì arrivò nel giugno del 1998 come vicario parrocchiale. Allora era sacerdote da poco, appena consacrato, ma già aveva iniziato a dimostrare a chi gli viveva accanto quello stile personalissimo e inimitabile di fare del Vangelo una guida per l’intera esistenza.

Questa mattina il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, proprio qui ha partecipato all’intitolazione del locale plesso scolastico alla memoria di don Roberto Malgesini, all’indomani del secondo anniversario della sua tragica scomparsa, avvenuta il 15 settembre 2020..

«Don Roberto – ha detto Monsignor Cantoni – ha tradotto questa espressione della Sacra Scrittura (ndr. «la tua bontà mi ha fatto crescere», dal versetto 36 del salmo 17) nella sua vita da educatore. Un educatore è credibile non tanto per quello che dice, che sottolinea, che raccomanda, piuttosto per il suo stile di vita, per il modo con cui si rapporta con le persone, accompagnandole dentro la loro situazione e per le scelte personali che lo qualificano. Don Roberto si è distinto per l’amorevolezza con cui si presentava, per l’immediatezza nell’incontro con i ragazzi e gli adulti, tanto da generare una comune accoglienza, una adesione positiva e piena di fiducia alla sua persona. Ha insegnato facendo, per il modo tipico con cui egli si presentava, così da risultare credibile con quello che diceva, proprio come frutto dello stile della sua presenza e per la ricchezza della sua umanità».

E in effetti già da quei primi anni don Malgesini aveva dimostrato di volersi prendere cura degli altri fino in fondo, non con un rapporto superficiale o generico, ma con un’attenzione dedicata a ciascuno. «Ne risulta una formazione non solo intellettuale, ma globale, che cura cioè tutte le dimensioni della persona, a partire dalla affettività di ciascuno - ha continuato il cardinale - Si comprende non solo con l’intelligenza, ma prima ancora e più intensamente con il cuore, il lato più profondo della nostra personalità».

In questo don Roberto Malgesini è stato unico, come ha spiegato ieri il cardinale, perchè tutto ciò che era e che faceva era un riflesso della sua immensa capacità di amare: «Noi siamo, noi facciamo ciò che amiamo. Noi accogliamo e assumiamo ciò che riceviamo da coloro che ci amano, noi acconsentiamo a ciò che ci viene proposto da coloro dai quali siamo amati e di cui ci fidiamo. La tua bontà mi ha fatto crescere».

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Un messaggio importante che il vescovo Oscar Cantoni ha deciso di lanciare oggi proprio in questa occasione nella certezza che don Roberto Malgesini è stato esempio per tanti e soprattutto per quelli che nella vita, per missione o professione, si dedicano ai più bisognosi, che si trattid dei più piccoli, dei più poveri, dei più anziani o dei più malati. Gli educatori rientrano senza dubbio in questa categoria perchè da don Roberto possono imparare a essere testimoni capaci di proporre con la propria vita, di insegnare con l’esempio.

«Attraverso don Roberto è certamente emersa, con nitidezza, la figura di Gesù Cristo come il vero formatore, che con la sua vicinanza e amorevolezza ha saputo plasmare la personalità dei suoi discepoli e continua a farlo anche ai discepoli di oggi, infondendo con il suo Spirito Santo bontà unita a sapienza, per una vita bella e solidale con tutti. Ecco l’eredità di don Roberto – è la conclusione del cardinale Cantoni –, ecco perché lo amiamo fino a dedicargli a futura memoria questa casa di formazione, con la presenza di insegnati educatori, a cui auguro di imitare la testimonianza viva di don Roberto».

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