Variante Tremezzina, altri espropri
«Spuntano tante vie secondarie»

L’avvocato Di Matteo, che tutela i proprietari: «Verranno sfruttati numerosi terreni e non solo: nella zona di Bonzanigo dovranno essere abbattute mille piante di ulivo»

«La variante della Tremezzina? Sono diventate due o forse tre». L’affermazione perentoria è dell’avvocato Elia Di Matteo, che assiste (e rappresenta) dieci proprietari di terreni soggetti a esproprio per lasciare spazio (è proprio il caso di dirlo) non solo alla variante, ma anche a «strade, stradelle e stradine».

E qui sta l’ennesimo colpo di scena di un iter che obiettivamente dal 2006 - primo atto ufficiale della variante della Tremezzina in quel di Villa Saporiti - a oggi ci ha abituato a diverse sorprese.

La zona è quella che fa riferimento al tratto a cielo aperto di Bonzanigo di Mezzegra, oggetto di numerose correzioni in corsa in sede di progetto definitivo dopo il “no” fermo della Soprintendenza alla soluzione inizialmente prospettata (era il 3 dicembre 2016).

«Da quel che ho potuto constatare, nel passaggio tra progetto preliminare e progetto definitivo, il “corridoio” della variante ha generato un (nuovo) fabbisogno di strutture viarie in loco - sottolinea, con il consueto puntiglio, Di Matteo».

C’è poi un altro aspetto su cui Di Matteo - che ben conosce fasi e dinamiche dell’iter progettuale della variante della Tremezzina - pone l’accento. «In quel punto sono a rischio estirpazione o nell’ipotesi peggiore distruzione circa mille piante d’ulivo e il pensiero corre subito all’ottimo olio del lago di Como - sottolinea ancora il legale comasco -. A rischio distruzione proprio perché le piante sono ubicate o direttamente sul tracciato o nei pressi del tratto di variante non in galleria. Questi ulivi costituiscono un unicum storico e monumentale».

Marco Palumbo

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