Caso finte vaccinazioni
La dottoressa è in servizio

Stefania Boga ha regolarmente riaperto ieri l’ambulatorio a Solbiate. L’inchiesta: avrebbe richiesto dosi per 60 persone

È regolarmente in servizio la dottoressa Stefania Boga sospettata di aver finto di vaccinare alcuni pazienti senza iniettare loro il siero, facendoli risultare immunizzati anche ai fini dell’ottenimento del Green pass. Ieri mattina ha ricevuto i pazienti nell’ambulatorio comunale di Solbiate con Cagno, che ha aperto regolarmente alle 10 e dove si è trattenuta fino a circa un’ora prima del termine del turno.

Da noi sentita per darle la possibilità di fornire la sua versione dei fatti, ha dichiarato: «In questo momento no, grazie. Magari in futuro».

Nonostante il clamore suscitato dal caso, sul quale la Procura di Como ha aperto un fascicolo nei suoi confronti con l’ipotesi di reato di falsità materiale in atto pubblico, la dottoressa ieri era regolarmente al lavoro. Proprio sul fronte dell’inchiesta emergono altri dettagli: sembra che la dottoressa Boga avesse chiesto di vaccinare un totale di 60 pazienti, e non solo i 17 che si erano presentati venerdì mattina all’hub di Lurate Caccivio per quella che doveva essere la loro seconda dose. La Procura ha intenzione di sentire nei prossimi giorni tutte le persone che erano nell’elenco presentato dalla dottoressa Boga, per avere la loro versione dei fatti.

Quella delle 60 dosi è una richiesta importante: da capire se si trattino tutti di assistiti diretti del medico con studio a Solbiate o se ci fossero anche richieste “esterne”.

All’ambulatorio di Solbiate, ieri, i pazienti erano divisi tra chi ha perso la fiducia e medita di cambiare medico e chi invece la sostiene.

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