«Giuseppe, non ti dimenticheremo». Pietra d’inciampo in via Giussani

Il delitto Nel punto dove è stato trovato ucciso l’uomo, a bordo della sua auto, c’è una croce. E il sindaco conferma: «La nostra intenzione è quella di ricordare la vittima e l’accaduto»

Nel punto in cui nel pomeriggio dell’11 agosto, in via Giussani a Rebbio, è stato barbaramente ucciso Giuseppe Mazza, nativo di Mantello all’inizio della Valtellina ma cresciuto tra Rebbio e Breccia, oggi c’è una croce di legno. È lì dal giorno della preghiera, sul luogo dell’assassinio, voluta da don Giusto Della Valle, il parroco di questo quartiere nuovamente finito al centro della cronaca. Sotto la croce, vasi di fiori e una lanterna, mentre appesa – sgualcita dalla pioggia caduta ieri – c’è una foto della vittima ed un messaggio scolorito dalle gocce d’acqua. Qui, su questo asfalto appena lavato dal sangue del povero Giuseppe, il Comune di Como poserà una pietra d’inciampo, o comunque un segno tangibile per non scordare quanto accaduto.

All’ingresso della scuola

L’idea girava già da qualche giorno, figlia del desiderio di lasciare un ricordo dei fatti e della vittima in un punto che è difficile da guardare, semicoperto dai rovi e dalla vita frenetica che corre accanto, lungo la via Giussani, senza che l’occhio si posi mai nell’angolo dove è avvenuto l’omicidio. Proprio come l’11 agosto, quando dopo il delitto – avvenuto intorno alle 12 – sono passate ben quattro ore prima che, intorno alle 17, un minore di appena 16 anni si accorgesse del corpo senza vita riverso nell’auto.

In un primo momento pare che si fosse pensato anche ad un piccolo monumento, ad un cippo che uscisse dall’asfalto, ma la scelta dovrebbe essere caduta sulla pietra d’inciampo o comunque su qualcosa non in rilievo rispetto al manto stradale. La conferma arriva direttamente dalle parole del sindaco, Alessandro Rapinese, che però annuncia che i dettagli dovranno ancora essere discussi con i tecnici competenti. «Confermo però la nostra intenzione di ricordare la vittima e quanto accaduto in quell’angolo di Rebbio».

Il luogo sarà proprio dove oggi, come detto in apertura, c’è la croce in legno posata nel punto esatto in cui è stato versato il sangue di Giuseppe Mazza, ucciso con in colpo di coccio di vetro inferto alla gola. Croce attorno a cui, nelle ore successive al delitto, si era riunita la comunità in preghiera per ricordare la figura di quell’uomo discreto che viveva spesso in auto, a bordo di quella Volkswagen Lupo dove poi ha trovato la morte.

Le telecamere

Una scena, quella del delitto, ripresa dalle telecamere della vicina scuola di via Giussani, puntate sia sul parcheggio interno all’istituto sia – almeno due – sull’area immediatamente esterna dove era parcheggiata l’auto. Un elemento questo finito nelle pagine della procura di Como, nell’indagine guidata dal pm Simone Pizzotti. Dalle telecamere infatti si vede il ragazzo ora indagato – Omar Querenzi, che compirà i 33 anni il 10 novembre – entrare nel parcheggio, avvicinarsi all’auto di Mazza e poi allontanarsi solo pochi secondi dopo, pare non più di una ventina. Sempre dalle immagini, non si vedrebbe nessuna altra persona avvicinarsi alla Volkswagen Lupo, elemento anche questo che è stato tenuto in considerazione per decidere di indagare il ragazzo di Albiolo.

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