Veniano, delitto alla sagra
Quattordici anni all’omicida

Al processo d’appello confermata la condanna a Gabriele Luraschi

Già 14 anni di carcere sembravano pochi, alla mamma di Hans Junior Krupe, accoltellato a morte una sera d’estate per una lite dovuta ad alcuni schizzi d’acqua da una fontanella. E nonostante questo il procuratore generale di Milano, ovvero l’accusa del processo d’appello a carico di Gabriele Luraschi, 49 anni di Fenegrò, aveva dato il suo via libera a “patteggiamento” di secondo grado che avrebbe abbassato la pena finale a poco più di nove anni (che avrebbe consentito all’omicida, tra un paio di anni, di uscire in semilibertà dal carcere).

Alla fine i giudici della corte d’Assise d’appello hanno accolto la netta opposizione degli avvocati dei genitori e delle sorella del ragazzo e confermato la sentenza emessa in udienza preliminare a Como: 14 anni di carcere.

La vicenda risale alla fine di giugno di due anni fa. Quando, sui gradoni degli spogliatoi del campo sportivo di Veniano, ai margini del tradizionale appuntamento con il Giugno Venianese, Hans Junior Krupe e Gabriele Luraschi hanno avuto la sventura di incontrarsi. Il ragazzo stava bevendo a una fontanella. L’uomo era seduto sui gradini, in compagnia del figlioletto piccolo, che aveva chiesto al padre di poter fare un giro con la bicicletta. A scatenare una lite che si è consumata nel sangue gli schizzi d’acqua partiti dalla fontanella e arrivati fino all’operaio. Che ha ripreso il giovane innescando il diverbio poi terminato in tragedia.

Luraschi aveva in tasca un coltello a serramanico (29 centimetri, di cui 9 di lama). Quando è iniziata la discussione con il giovane, ha estratto l’arma. E lo ha colpito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA