A marzo mortalità su del 44
Ma il record resta al 2020

Rispetto alla media dei cinque anni precedenti 232 vittime in più - Nello stesso periodo dell’anno scorso però erano state più numerose (14%)

Como

L’Istat certifica 232 decessi in eccesso nell’ultimo mese di marzo a Como, in Lombardia è il dato peggiore solo dopo Brescia.

A marzo nella provincia di Como i decessi totali, comprensivi quindi non solo del Covid, sono stati 762 contro i 530 registrati in media tra il 2015 e il 2019. Dunque 232 in più: un incremento di mortalità che in buona parte medici e scienziati attribuiscono al virus. Del resto dai bollettini della pandemia sappiamo che nel mese di marzo nel nostro territorio i decessi noti e imputabili al Covid sono stati 212. Vuol dire che una morte ogni tre e mezzo è stata determinata dal virus.

L’aumento della mortalità rispetto agli anni precedenti è pari al 44%. Tanto, ma meno comunque rispetto al picco della prima ondata, il mese di marzo del 2020. L’anno scorso infatti secondo l’Istat negli stessi trentuno giorni nel Comasco sono deceduti 885 cittadini, 123 in più rispetto al mese di marzo del 2021 che quindi a confronto segna una flessione pari al 14%. Questo risparmio in termini di vite umane è imputabile a tante ragioni, le variabili sono sicuramente molte. È però immaginabile che la gestione del Covid quest’anno sia stata gestita con maggiore efficacia nella diagnosi e nel tracciamento come pure nelle cure e nelle ospedalizzazioni. E poi c’è la campagna vaccinale, che a marzo aveva coperto solo sanitari e Rsa, ma i cui effetti iniziavano a farsi sentire.

È così in tutte le province lombarde, il mese di marzo del 2021 è stato certo difficile, ma non così drammatico come lo stesso mese del 2020. Basti citare l’eccesso di mortalità di Bergamo: 6.091 decessi nel marzo 2020 contro i 973 di quest’anno. È andata meglio anche a Brescia, colpita di recente dalla variante inglese: 4.199 contro 1.624 decessi. È purtroppo interessante notare però come nel panorama lombardo quest’ultimo mese di marzo per Como sia stato assai nero, fa peggio solo Brescia.

L’aumento della nostra mortalità rispetto alla media degli anni precedenti è stato come detto del 44%, a Brescia del 53%, i valori invece sono molto inferiori nelle altre province, 25% a Mantova e 20% a Varese, gli altri territorio hanno rialzi compresi tra il 15% e il 10%.

Il dato più basso è a Bergamo, 7%, che però era stato l’epicentro dell’inizio della pandemia. Difficile dire perché qui la terza ondata sia stata tanto drammatica. Nel panorama nazionale invece cresce nel 2021 la mortalità al centro sud che prima era stato risparmiato dal virus. «Lo scenario di diffusione del virus che è notevolmente mutato – scrive L’Istat - interessando le regioni del Centro e del Mezzogiorno, le quali avevano registrato una scarsa presenza del virus nella prima ondata».

La mortalità è più elevata tra gli uomini che le donne. «La fascia di età in cui si riscontra nell’ultimo periodo un’incidenza maggiore di decessi Covid – spiega ancora l’istituto nazionale di statistica - sui decessi totali è quella tra i 65 e i 79 anni, in questa classe un decesso su cinque è attribuibile al Covid».

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