Aggressione in via Volta
Le telecamere sono ko
e la polizia accusa il Comune

Lettera del questore al sindaco dopo la rapina in via Volta -«Attendiamo la gara per sostituire quell’impianto» - «Questione di sicurezza pubblica, lì c’è la Prefettura»

Como

Questa volta il questore sembra essersela presa abbastanza a male. In una lettera indirizzata al sindaco Mario Landriscina e - per conoscenza - al prefetto Ignazio Coccia, Giuseppe De Angelis lamenta il mancato funzionamento di almeno una delle telecamere di sorveglianza del centro storico, quella all’incrocio tra le vie Volta e Indipendenza, che l’unica volta in cui sarebbe servita non è servita.

Un paradosso, per non dire di peggio, in anni in cui le amministrazioni locali fanno a gara tra chi più e meglio sbandiera il tema sicurezza e l’installazione sistematica di telecamere a ogni crocicchio, in ogni piazza, su ogni strada. In via Volta, quella che c’è ma non funziona avrebbe giovato molto, forse addirittura in maniera determinante, al riconoscimento del rapinatore che la scorsa settimana aveva affrontato un’anziana signora tra le mura della sua casa, dopo averla probabilmente seguita fin dal piccolo supermercato in cui aveva fatto un po’ di spesa: «Oltre agli accertamenti tecnici eseguiti nell’immediatezza da personale del locale gabinetto provinciale di polizia scientifica - scrive il questore nella sua lettera - nasceva la necessità di verificare se lungo il tragitto percorso dalla vittima nel suo precedente rientro all’abitazione, nonché lungo la possibile via di fuga dell’aggressore, fossero installati sistemi di videosorveglianza passiva, la visione delle cui immagini registrate sarebbe stata assolutamente indispensabile per una possibile individuazione del responsabile».

La telecamera, ovviamente c’era, proprio in corrispondenza dei passaggio dei Giardini di Ponente, a due passi dalla prefettura. Ma mandare gli agenti della Mobile ad acquisirne le immagini non era servito ad altro che a scoprire che le immagini non c’erano, semplicemente perché non erano state mai riprese.

Ai poliziotti i tecnici della sala Ced del Comune spiegavano che la telecamera in questione non è in funzione e che sarebbe «oggetto di una non sollecita gara d’appalto per la relativa sostituzione».

«Considerato che la visione dell’immagini che tale dispositivo avrebbe documentato, in caso di passaggio dell’aggressore nel relativo campo visivo avrebbe costituito un elemento probatorio a supporto dell’attività di indagine - conclude il questore nella sua lettera - si auspica un celere ripristino della funzionalità di tale apparato, non solo per finalità di polizia giudiziaria ma anche, e soprattutto, per ragioni di sicurezza pubblica in considerazione del fatto che nelle vicinanze ha sede il palazzo della prefettura, uno dei maggiori obiettivi sensibili istituzionali di questo capoluogo».

Si attende ora una risposta del Comune, così “videosorvegliato”. Il sospetto è che quella di via Volta non sia la sola telecamera rotta.

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