Alunni e genitori in settimana bianca
Ma a un patto: niente cellulari

L’istituto Como Lago rilancia il fine settimana sulla neve ma senza la tecnologia: solo divertimento e voglia di stare insieme

«Il telefonino? Rimane a casa. Non serve per divertirci». In effetti, per trascorrere al meglio quattro giorni sulla neve, a un ragazzino delle medie non è utile avere uno smartphone connesso: sono fondamentali, invece, spirito di gruppo, entusiasmo, gioia e voglia di mettersi in gioco. Sono le regole “d’ingaggio” poste da “Collaboriamo”, l’associazione dei genitori dell’istituto comprensivo Como Lago: a marzo, infatti, un gruppetto di mamme e papà organizza un weekend lungo a Ponte di Legno per gli alunni dalla prima alla terza media.

Il progetto è nato un po’ per caso, sei anni fa. Una mamma della scuola media di via Brambilla fece una proposta agli altri genitori: «Se portassimo i nostri figli in montagna, senza cellulare o altri mezzi tecnologici?». L’idea era ambiziosa e per certi versi antesignana: attraverso lo sci e altre attività, creare un’occasione per cementare il gruppo dei ragazzini, anche andando oltre la differenza d’età. Alla prima riunione in assoluto, quando si decise che non si sarebbe potuto mandare messaggi o fare telefonate ai propri figli, qualcuno non se la sentì e disse «no, a queste condizioni mio figlio non lo mando». Il risultato finale? Si riuscì a organizzare e andò molto bene.

L’esperienza, negli anni, è cresciuta e i riscontri, sia dei bambini sia degli adulti, sono sempre stati positivi. «Lo spirito è sempre lo stesso – spiega il presidente dell’associazione Nicolò Righi – in quei giorni, si è scollegati da telefonini e apparecchi tecnologici. Di solito, siamo cinque genitori accompagnatori, un gruppetto consolidato: abbiamo un canale Telegram privato con gli altri a casa e, al termine di ogni giornata, diciamo com’è andata e raccontiamo cosa si è fatto».

Oltre alle lezioni di sci con una fra le migliori scuole italiane e a varie attività, sarà organizzato un laboratorio di pensieri e parole in cui i ragazzi lavorano su loro stessi e i propri stati d’animo e pensieri. «È una buona opportunità per molti che, normalmente, non riuscirebbero ad andare in montagna – continua Righi – tutto questo al costo più conveniente possibile, senza abbassare gli standard qualitativi e di sicurezza. Un anno è venuto anche un ragazzo ospite di una comunità: il senso dell’esperienza è il più inclusivo possibile».

I giorni scelti sono dal 18 al 22 marzo: ma, il weekend successivo, viste le numerose richieste ricevute, si organizzerà un altro fine settimana (questa volta più corto) solo per gli ex studenti, i quali continuavano a chiedere di poter rivivere l’esperienza.

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