Cimiteri, cambia il regolamento
Le concessioni durano 60 anni

Como: il vecchio testo del Comune non prevedeva limiti di tempo. Tre anni fa le polemiche per la richiesta di arretrati per i termini scaduti

Le concessioni cimiteriali durano 60 anni.

Il nuovo regolamento comunale per la gestione dei servizi funebri e dei cimiteri deve passare giovedì dalla commissione deputata e poi prossimamente dal consiglio comunale. La bozza uscita dalla giunta però prevede che «la durata massima delle concessioni è indicata in massimo 30 anni rinnovabili per i colombari, 60 rinnovabili per gli ossari individuali, 60 rinnovabili per i cinerari per le cremazioni e 30 sempre rinnovabili per le tumulazioni a terra».

È fissata a 60 anni, salvo rinnovo, anche la concessione per le edicole, le celle e i sepolcri. «Il predetto termine decorre dalla data di sottoscrizione del contratto» si cita sempre la bozza di regolamento che vale anche in maniera retroattiva.

I punti da discutere, chiarire ed eventualmente modificare sono di sicuro molti. Questo però è il più importante perché il vecchio regolamento nel secolo scorso non prevedeva termini per le concessioni, valevano all’infinito. Salvo che negli anni Settanta una delibera comunale aveva fissato un termine ai 50 anni. Un termine che nessuno ha mai fatto rispettare almeno fino a tre anni fa, quando gli uffici di Palazzo Cernezzi hanno rispolverato la delibera chiedendo ai cittadini, scaduti i termini, di pagare.

Molti così si sono ritrovati a rinnovare delle concessioni dovendo però pagare per gli anni trascorsi dalla delibera degli anni Settanta. Nel nuovo regolamento non c’è più traccia invece dell’intangibilità, che secondo le precedenti regole - scritte più di un secolo fa - prevedeva il diritto, scaduta la concessione, di mantenere la sepoltura dov’era altri 50 anni.

L’altro fatto sicuramente di rilievo sancito dal nuovo regolamento, ancora da approvare, è la possibilità per chi lo voglia di tumulare gli animali d’affezione «in un urna separata, previa cremazione, nella stessa sepoltura del defunto». Così del resto aveva già deciso la Regione Lombardia, il Comune si è solo conformato. Sempre il regolamento, nero su bianco, garantisce che nei cimiteri comunali devono essere accolti tutti senza distinzione di origine, cittadinanza, sesso o religione. C’è però un articolo che dispone dei «reparti speciali». A Como, al contrario di altri camposanti, non ci sono settori per esempio dedicati ai defunti ebrei o di altre confessioni.
S. Bac.

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