Como, allarme infermieri
Nel prossimo anno
130 pensionamenti

La preoccupazione dell’Ordine professionale. «Quota 100 moltiplica i numeri delle uscite dal lavoro. E manca il turnover: più colpite le residenze per anziani»

Non solo medici che mancano: la sanità è malata anche di infermieri professionali che sono molti meno di quelli che servirebbero, in particolare in una provincia come la nostra, che sente l’influenza della vicina Svizzera, dove trovano facilmente impiego centinaia di operatori sanitari comaschi qualificati e sicuramente ben pagati.

In questo quadro già poco positivo per la terra lariana (si stima in almeno un centinaio il gap di camici che mancano all’appello), si inserisce l’opportunità offerta da Quota 100, ovvero la possibilità di accedere alla pensione già all'età di 62 anni, in deroga alla Legge Fornero. «Questo provvedimento ha un effetto moltiplicatore sulle uscite dal mondo del lavoro - commenta dario Cremonesi, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Como - Stimiamo che il flusso in uscita possa essere di tre o quattro volte superiore a quello fisiologico, dovuto alla legge ordinaria, “la Fornero” per intenderci».

«Su 3.660 iscritti al nostro Ordine professionale, sono circa una trentina i colleghi che nel 2020 matureranno i requisiti per lasciare il lavoro» continua Cremonesi. «Ma interviene appunto Quota 100, che potenzialmente interessa circa 320 colleghi.Un numero enorme. Per fortuna, come si è visto, non tutti coglieranno questa possibilità, perché penalizzante in termini economici. Però se prendiamo per buona la percentuale del 30% delle persone che vi aderiranno, come è avvenuto nel 2019, ecco che superiamo facilmente le 100 unità. Aggiunte alle trenta della via ordinaria, raggiungiamo la cifra di 130 professionisti in meno per il 2020, in un territorio già carente di un centinaio di operatori sanitari professionali».

In definitiva, l’anno prossimo in tutto il Comasco avremo un fabbisogno di 230 infermieri professionali, che non si sa come sostituire. Manca il turnover.

«Saranno in particolare le strutture pubbliche, che hanno difficoltà a procedere a nuove assunzioni, e tra queste le residenze per anziani, ad essere le più colpite da questo stato di cose - conclude Cremonesi - Purtroppo risultano poco attrattive per gli infermieri professionali. Ma è proprio il settore dove ve ne sarebbe più bisogno».

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