Como, finti carabinieri,
nuove segnalazioni
Al setaccio le telecamere

Stretta nelle indagini dopo i furti commessi in via Maurizio Monti e in via Petrarca. Presenze sospette anche nella zona di via Acquanera. I precedenti di Asti e di Crema

Arrivano da Albate, zona Acquanera, le ultime segnalazioni inerenti la presenza di finti carabinieri intenzionati a entrare nelle case per rubare, dopo i tre furti messi a segno in centro città l’altroieri, tra via Maurizio Monti e via Petrarca.

Ai carabinieri (quelli veri) è stata segnalata la loro presenza in via Ligari, zona residenziale a pochi passi da via Canturina, anche se le verifiche effettuate subito dopo non hanno prodotto alcun esito.

Il clima, in ogni caso, è parecchio teso. In questura non fanno mistero di voler accelerare, e di risalire ai responsabili nel più breve tempo possibile posto che, probabilmente, a quest’ora i due autori di quei tre furti valsi un bottino di 45mila euro tra denaro contante e preziosi, avranno già fatto in modo di tagliare la corda. È quasi certo non solo che venissero da fuori ma anche che fossero in città da qualche giorno, se non altro per prendere un po’ di misure, per valutare dove e come tentare i colpi.

I controlli di via Moro

La presenza di due persone che di sé dicevano di essere carabinieri era già stata segnalato anche alla fine della scorsa settimana, quando una coppia di pensionati era stata avvicinata in via Aldo Moro, con la stessa scusa. La scientifica della squadra mobile della polizia ha completato tutti gli accertamenti che potevano essere effettuati sulle scene dei tre furti, alla ricerca di impronte e testimonianze.

I precedenti

Al vaglio anche tutte le possibili telecamere, a partire da quelle collocate a presidio delle due stazioni ferroviarie di Como Lago e, soprattutto di Como Borghi, dalla quale i due ladri potrebbero essere arrivati in città, posto che tutti i loro obiettivi, ivi compreso quello fallito di via Moro nei giorni precedenti, si trovano in un raggi odi azione molto prossimo.

Si indaga anche tra i precedenti. Di finti carabinieri si era occupato lo scorso anno la procura della Repubblica di Alessandria, che era arrivata fino a Milano per arrestare un astigiano di origine sinti che con due complici aveva commesso reati analoghi nelle province di Alessandria e di Asti, sempre introducendosi all’interno di abitazioni private dopo avere sostenuto di essere un militare dell’Arma. Qualche mese più tardi, sempre nel 2019, altri sette cittadini italiani di origine sinti erano stati arrestati questa volta dai (veri) carabinieri di Crema, che contestarono loro azioni identiche a quelle comasche, con una variante: che alla porta delle loro vittime, i finti militari si presentavano fingendo di avere acchiappato un ladro e di dover per questo procedere a un sopralluogo. Infine a Firenze: ad agosto la polizia ne fermò cinque, un toscano e quattro napoletani, responsabili dell’incursione nell’abitazione di un imprenditore di Sesto Fiorentino il 25 settembre del 2018. Utilizzarono un finto tesserino e una paletta. E se ne andarono con 40mila euro in contanti, un lingotto d’argento e diversi gioielli in oro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA