Como: i decessi in città
A marzo e aprile
il doppio del 2019

In aprile 168 lutti (l’anno scorso erano stati 91). Mentre in marzo sono stati 181, contro 87 di un anno fa. La buona notizia arriva dai dati sui contagi: soltanto 19

Il doppio dei morti rispetto a un anno fa nei mesi di marzo e aprile. Non tutti a causa del coronavirus, certo, ma i numeri ufficiali del Comune di Como sui decessi raccontano meglio di ogni altra cosa quello che ha significato l’epidemia per tanti comaschi e per le loro famiglie. Dietro le statistiche, infatti, ci sono persone e storie, affetti e grandi dolori.

Dati drammatici

Guardando i freddi numeri a marzo sono morte nel Comune di Como 181 persone a fronte delle 87 dello stesso mese del 2019. In pratica significa un aumento del 108%. Il doppio. Ad aprile i decessi sono stati invece 168 a fronte dei 91 di un anno fa. L’84% in più. Certo, non si tratta di morti riconducibili totalmente al virus, ma indubbiamente la malattia ha inciso in maniera pesante su tante vite. A Como città, solo per il virus, sono 81 i morti da fine febbraio, 489 nell’intera provincia.

L’Istat ieri tra l’altro ha pubblicato un rapporto costruito in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità per analizzare l’epidemia Covid in tutta Italia. L’istituto di statistica, in particolare, ha confrontato il periodo 20 febbraio (giorno del primo caso accertato di coronavirus in Italia anche se nello stesso rapporto si parla esplicitamente di «tre casi importati dalla Cina a fine gennaio) e il 31 marzo con lo stesso periodo ma del triennio 2015-2019. La fotografia per province vede numeri drammatici per Bergamo che ha visto la mortalità crescere addirittura del 568%. Tra le province «ad alta diffusione dell’epidemia» con un aumento della mortalità a tre zeri figura Lecco con una crescita del 174%.

Il rapporto che valuta i dati a livello provinciale ( e non cittadino, quindi) non comprende aprile. La provincia di Como, in poco più di un mese, ha registrato secondo l’Istat 174 decessi causati dal coronavirus su un totale di 1.008 morti (nello stesso periodo nel triennio precedente il dato era stato di 668). L’aumento percentuale nel Comasco (i dati si riferiscono al 94,6% dei Comuni della provincia di Como) è stato pari al 64,2%. Como è stata inserita, con Lecco e Sondrio tra le province ad alta diffusione, mentre la vicina Varese figura tra quelle a bassa diffusione.

Questo, però, fino al 31 marzo. Escluso, quindi, il mese di aprile che anche sul Lario ha visto numeri in crescita rispetto al primo periodo. Lo stesso Istituto nazionale di statistica evidenzia non a caso la necessità di «continuare a monitorare l’evoluzione del fenomeno nelle prossime settimane/mesi» per avere una visione complessiva dell’impatto del coronavirus sul nostro Paese e nella nostra zona. «Molte delle province che sono nella classe a media diffusione - si legge infatti nel rapporto - sono state interessate dall’epidemia con alcune settimane di ritardo rispetto alle province della classe ad alta diffusione. Non è dunque sufficiente l’analisi dell’andamento dei decessi di marzo per cogliere il fenomeno dell’incremento in queste aree».

La curva continua a scendere

L’unica buona notizia arriva dalla curva dei contagi che continua stabilmente a scendere da sei giorni e ieri il dato è arrivato sotto quota 20 fermandosi a 19 nuovi positivi al coronavirus. Domenica erano 20, sabato 22 e venerdì 27. Ieri sono stati poco meno di 8mila i tamponi processati, mentre nei giorni precedenti si era arrivati anche a 13mila in un giorno, ovviamente nell’intera regione. I nuovi malati sono registrati a Bellagio con 6 positivi, mentre Como, Cantù e Olgiate hanno avuto rispettivamente 2 tamponi positivi ciascuno. Un decesso registrato a causa del Covid che porta così il totale dei morti per il virus a 489 dall’inizio dell’epidemia. n 
G. Ron.

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