Como: i medici contro il governo
«Così non si ferma il virus»

Le ipotesi sul nuovo Dpcm che non prevederebbe il lockdown ma limitazioni per gli over 70. Spata: «Rischiamo solo di abbandonare gli anziani soli. Vanno adottate misure che coinvolgono tutti, basate non sull’età»

Spunta il piano per limitare gli spostamenti degli over 70. Mentre si va verso un nuovo Dpcm, sul tavolo del confronto tra Governo e Regioni domenica è emersa l’ipotesi di un lockdown differenziato e selettivo, che possa coinvolgere gli anziani, ritenuti ancora i più fragili di fronte ai rischi di un contagio da Coronavirus.

Si tratterebbe di sperimentare un isolamento mirato per i cittadini ultrasettantenni, che si tradurrebbe in una totale sospensione delle relazioni e dei contatti al di fuori della propria abitazione e del proprio coniuge o convivente. Una proposta che sta già facendo molto discutere, in attesa che ci sia la riunione tra i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza e i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni, prevista per questa mattina, per trovare un accordo sul decreto in via di adozione.

Misure di tutela personale

Il lockdown per gli over 70 potrebbe rivelarsi una misura di tutela personale, utile anche a ridurre il sovraccarico di lavoro delle strutture sanitarie territoriali? Stando alle previsioni diffuse ad esempio da Regione Lombardia, non basterebbe, se il contagio proseguisse con questi ritmi di crescita, a evitarne il collasso. Andrebbe affiancata da altre chiusure progressive di attività e riguardanti ulteriori fasce della popolazione per avere un’efficacia maggiore e davvero alleviare la pressione sulla sanità. Altro punto da prendere in considerazione è che sono molti gli over 70 che oggi vivono in famiglia, con i figli, o in abitazioni a loro vicine, collocate nel giro di pochi chilometri, e che dipendono dalla rete appunto parentale per le incombenze quotidiane e gli approvvigionamenti. Quindi un isolamento selettivo non potrebbe andare se non di pari passo con la costruzione di una rete mirata di servizi per gli anziani, soprattutto per chi vive solo e potrebbe dover affrontare una fase di malessere psichico, legata all’isolamento forzato e alla scomparsa di ogni relazione sociale.

«La trovo una misura del tutto non sostenibile e difficilmente praticabile sul piano operativo - commenta Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei Medici di Como -. Chi controllerebbe questo lockdown mirato? Si pensa davvero che il contagio si fermi isolando gli anziani e magari, abbandonando chi vive solo? Al contrario si doveva già da prima lavorare sui trasporti, sulla didattica a distanza, sulla tutela delle categorie più fragili, ma non in questo modo. E poi ci sono settantenni che ancora svolgono la loro professione anche nella sanità come medici o infermieri o che garantiscono un volontariato preziosissimo in questo momento. Decidere di rinchiuderli in casa mi sembra una scelta senza senso. Vanno adottate misure che coinvolgono tutti e che vengano geolocalizzate ad aree fortemente pandemiche, ma non di certo in base all’età anagrafica».

Buon senso e libertà individuali

Forse la via più funzionale sarebbe quella di pensare per gli over 70 a una scelta di auto-isolamento: ovvero che fossero gli stessi anziani a decidere di limitare al minimo i contatti, gli spostamenti e le fonti di contagio. «Come per tutti rimane centrale la consapevolezza di quanto l’attenzione di ciascuno possa fare la differenza».

«Chiaramente le persone più anziane sono quelle a maggior rischio di contagio e che, contratto il virus, ne subiscono gli effetti più devastanti – fa eco Sergio Scavino, medico di base a Cantù e geriatra -. Ma un isolamento obbligatorio per chi ha più di 70 anni è un provvedimento che limita fortemente la libertà della persona e non si bilancia con la tutela della salute. A livello personale sarei più propenso non a isolare gli anziani, ma a metterli in condizioni di maggior protezione, evitando loro spostamenti non necessari anche nel quotidiano».

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