Como: il Comune dorme
Ma il negozio no e sfrutta le monete

Il tesoro d’oro della Como romana e nelle mani della Soprintendenza. Nelle vetrine di “A. Picci”, storico negozio di foulard, cravatte e sciarpe di seta che si affaccia su via Vittorio Emanuele al civico 54, è riprodotta proprio la scena apparsa agli operai che lavoravano al Cressoni quando è stata fatta la scoperta

Como

Le monete d’oro della Como romana, che giacevano indisturbate da una quindicina di secoli sotto al pavimento del Teatro Cressoni in via Diaz, sono nelle sapienti mani della Soprintendenza che sta procedendo alla pulitura e alla catalogazione di quei mille “solidi” coniati, più o meno, tra il 455 e il 472.

Intanto il Comune, nella persona dell’assessore alla cultura Carola Gentilini, ha promesso che verranno esposte entro il 2020, ma a poche ore dall’anno nuovo non si è andati molto oltre quelle belle - e speriamo non troppo ottimiste - parole.

C’è chi, invece, le monete ha ben pensato di esporle, visibili a tutti, in pieno centro. Nelle vetrine di “A. Picci”, storico negozio di foulard, cravatte e sciarpe di seta che si affaccia su via Vittorio Emanuele al civico 54, è riprodotta proprio la scena apparsa agli operai che lavoravano al Cressoni. Il recipiente in pietra ollare – una sua perfetta riproduzione – frantumato e il tesoro dorato che si riversa al suo esterno, come fuoriuscendo dalla mitica cornucopia che, in questo caso, invece di traboccare di frutta e fiori propone delle repliche di quei “solidi”. Una commemorazione, perché il negozio è stato fondato proprio un secolo fa, nel 1919, dal perito serico Luigi Picci e da sua moglie Anna, i nonni dell’attuale proprietario Fabio Picci. Nel 2012 ha ricevuto il riconoscimento come “negozio storico”, l’unico in ambito serico a Como. E così mentre il Comune si appresta, speriamo, a collocare una selezione di quelle monete negli spazi del Museo Giovio della chiesa delle ex orfanelle («che presenta, però, qualche criticità sull’accessibilità al pubblico», come aveva precisato l’assessore) c’è chi ha già saputo fare tesoro del nostro tesoro.

Le monete, quelle vere, verranno esposte singolarmente, probabilmente collocate sotto a vetri magnificatori (le loro dimensioni sono paragonabili a quelle di una monetina da 5 centesimi), corredate d tutto l’apparato storico e scientifico necessario.

Quella del negozio, invece, è una piccola, ma bellissima trovata, per ricordare a tutti che a Como c’è un tesoro. Anche ai vicini del civico 97, dove ha sede il Comune.n 

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