Como: telefonate choc al Comune
«Non ho i soldi per mangiare»

Molti in crisi dopo aver perso il lavoro. Spesa a casa per 700 persone, 250 minori. L’assessore: «Sono i nuovi poveri, abbiamo creato una rete di aiuto grazie a tanta solidarietà»

«Sono da sola, con due bambini. Non ho più nulla per farli mangiare». Oppure: «Mi dovevano assumere come badante ma si è bloccato tutto, mio marito lavora come giardiniere stagionale e il contratto non gliel’hanno ancora fatto. Non sappiamo più come andare avanti». E ancora: «Non sappiamo quando potremo lavorare, abbiamo usato tutte le scorte, ma non ce la facciamo più».

Sono queste alcune delle telefonate choc arrivate al centro operativo comunale o sul telefono dell’assessore nelle ultime settimane. Storie di chi non ha i requisiti per chiedere il bonus spesa perché, magari, in attesa della cassa integrazione che però non arriva e che non ha mai avuto problemi tali da essere seguito dai Servizi sociali. Storie di chi faticava ad arrivare a fine mese, ma non aveva bisogno di chiedere aiuto e che, adesso, è disperato. E a Como, al di là delle famiglie già seguite (445 con i buoni spesa) ce ne sono 223 che non avevano nulla da mettere sulla tavola. È la situazione in cui, dalla sera alla mattina, sono piombate 695 persone, di cui 247 bambini da zero a 17 anni.

Telefonate a cui il Comune, con una rete di volontari e grazie al grande cuore di tanti comaschi che stanno donando di tutto, risponde consegnando la spesa a casa. Il lunedì i prodotti “secchi”, il mercoledì quelli freschi, a rotazione.

«Sono famiglie - racconta l’assessore alla Protezione civile Elena Negretti - che per diversi motivi si sono trovate in pochissimo tempo senza alcun reddito e non hanno i requisiti per accedere ad altre misure di sostegno. Stagionali, chi lavora negli alberghi, badanti. Una nuova povertà che non sa quando potrà tornare a lavorare e che e si vergogna quasi a chiedere aiuto. Ho parlato personalmente con molti di loro e sentirsi dire che non hanno nulla da mettere nel piatto ai loro figli, fa stringere il cuore. Così ci muoviamo subito e diamo una mano. Per questo dico: non abbiate paura a dire che siete in difficoltà».

Al centro di via Del Doss vengono stoccate le donazioni che arrivano da singoli cittadini («C’è chi porta qualche pacco di pasta in Comune chiedendoci di darlo a chi non ce la fa» aggiunge Negretti), ma anche da tanti commercianti (dal mercato coperto ai supermercati alle panetterie, diversi esercizi hanno contattato l’assessore alle Attività produttive Marco Butti per chiedere come contribuire). Ci sono anche le “famiglie unite”, un gruppo di 250 famiglie che ha già messo insieme qualcosa come 1300 borse (sabato prossimo alcuni di loro andranno a prepararle personalmente) per i concittadini in difficoltà. «Dalla donazione di Silvio Buono (il ristoratore che aveva preparato 250 pacchi alimentari e li aveva portati al Comune, ndr) - prosegue Negretti - si è scatenata tantissima solidarietà. Acqua, succhi (ieri la ditta Onlu Juice ha donato 12mila confezioni, ndr), prodotti freschi, il supporto fondamentale di Siticibo. Una rete di solidarietà molto bella che noi gestiamo con i volontari di tante associazioni che ringrazio così come alcuni dipendenti comunali, come le cuoche, impegnati al magazzino di via Del Doss».

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