Contagi e ricoveri, boom in 7 giorni
E così scatta l’arancione rafforzato

L’andamento del virus: ecco perché la Regione ha deciso la stretta per la nostra provincia. Posti negli ospedali verso la saturazione e 277 casi ogni centomila abitanti nella settimana

Stanno esplodendo i contagi ed aumentano i ricoveri, ecco perché siamo entrati nella zona arancione rafforzata. La Regione Lombardia ha preso la decisione di stringere le maglie in tutta la provincia sulla base delle indicazioni fornite dalla commissione indicatori, un nucleo di esperti interno al comitato tecnico scientifico che analizzai i dati dell’andamento della pandemia.

A preoccupare i vertici regionali è in particolare il numero dei nuovi casi positivi registrati negli ultimi sette giorni ogni 100mila abitanti, un dato quindi non assoluto, ma collegato alla popolazione residente. A Como, spiega la Regione, questo indice era pari a 277. Occorre pensare che una prima soglia d’allarme era fissata a 150 casi ogni 100mila abitanti, soglia poi ricalcolata a 161 casi. Ma, spiega sempre la Regione, sopra a 250 il “contact tracing” salta, cioè va in tilt il sistema dei tracciamenti.

L’Ats Insubria già a ottobre non era più in grado di contattare tutti i positivi risalendo ai contatti per far scattare le quarantene. Anche i sistemi automatici via sms hanno spesso fallito. Di qui la scelta di firmare l’ordinanza per il passaggio di tutta la provincia di Como all’arancione rafforzato con la conseguente chiusura delle scuole.

«La provincia di Como era attenzionata già da diversi giorni – commenta l’igienista lecchese Carlo Signorelli, componente del Cts lombardo – non è stato un fulmine a ciel sereno. La salita dei casi è marcata da tempo a Brescia, ma più di recente anche nel Comasco, come purtroppo pure in altri territori lombardi».

C’è però anche un secondo indicatore che ha molto preoccupato le autorità politiche e sanitarie della Regione Lombardia. La saturazione dei posti letto negli ospedali comaschi. Nella rete provincia dell’Asst Lariana in due settimane è passata da 181 malati positivi in cura a 240, è un 33% in più. Ieri questo numero è salito ancora, 247 letti occupati da pazienti Covid. Solo il Sant’Anna settimana scorsa aveva ricoverati 157 positivi, adesso 180. L’allarme è stato rilanciato anche dal direttore generale dell’Asst Lariana Fabio Banfi: «Siamo nella necessità di riconvertire ulteriori posti letto da destinare ai pazienti Covid – ha detto Banfi - nel fine settimana i Pronto Soccorso di San Fermo e di Cantù hanno registrato un significativo incremento di accessi per sintomatologia riconducibile al Covid ». Ci sono di nuovo code di malati sospetti positivi in attesa dell’esito del tampone e del ricovero in reparto, sia a San Fermo della Battaglia che a Cantù.

Anche il Valduce ha saturato i posti a disposizione dell’ospedale. Si aggiunga che la nostra provincia ha storicamente un numero insufficiente di posti letto ospedalieri inferiore alla media regionale e nazionale in rapporto alla popolazione residente. Infine le proiezioni che indicano un peggioramento dell’andamento nelle prossime due settimane, l’indice di contagio è sopra la soglia d’allarme e dunque le trasmissioni sono destinate ad aumentare. Così è maturata l’ordinanza per la fascia arancione rafforzata che resterà in vigore almeno fino al 10 marzo.

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