«Coronavirus, allarme ingiustificato»

L’infettivologo: «Giusto essere pronti ma i controlli sono la garanzia della migliore risposta» - L’appello della Regione: «Niente allarmismo, siamo anche nel periodo di picco stagionale dell’influenza»

La paura per il Coronavirus? Infondata, secondo gli esperti, almeno a queste latitudini. I controlli, scattati nel caso della famiglia ricoverata al Sant’Anna dopo essere rientrata dalla Cina (con test rivelatisi poi negativi), sono la conferma diretta dell’efficienza del sistema, in grado di proteggerci. Ed è una delle ragioni per le quali timori e preoccupazioni eccessive sarebbero, almeno in questa fase, fuori luogo.

«Il sistema di sorveglianza regionale è operativo - ha ribadito l’assessorato regionale alla Sanità -. È importante non creare allarmismi, considerato anche che questo è il periodo con il picco di influenza stagionale»

«La distanza dal focolaio iniziale oggi deve essere misurata non in chilometri, ma in ore di viaggio in aereo – commenta Domenico Santoro, già primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sant’Anna – Quindi è giusto essere pronti a ogni evenienza. I controlli e le misure preventive, però, non significano un aumentato pericolo per il nostro territorio. Anzi: io penso che l’allerta sia garanzia di una migliore risposta. Da quello che si legge o si ascolta attraverso gli organi di informazione, posso dire che da professionista mi fa piacere che le autorità siano attente, anche se il pericolo non è ancora dentro casa». L’Asst Lariana ha confermato che mercoledì la struttura ha attivato la procedura di emergenza prevista in casi di sospetto contagio. Una coppia con due bambini piccoli scesa da Malpensa di ritorno da Pechino è stata trattenuta. E sempre al Sant’Anna è toccato escludere la presenza del Coronavirus.

«La rete organizzativa approntata dalle autorità mediche e a livello regionale deve saper affrontare gli aspetti di rischio e di prognosi – spiega ancora il primario emerito –. Le situazioni di pericolo vengono così gestite e approfondite. In passato diverse epidemie anche estreme, mi viene in mente l’ebola, hanno funzionato come elementi di rodaggio».

Insomma, il nostro sistema sanitario è allenato per cercare di rispondere anche alle emergenze più estreme.

Ciò nonostante però in città è corsa all’acquisto delle mascherine, i bollettini in arrivo dalla Cina rimbalzano sui profili social dei comaschi. «La pericolosità di un virus sta nella sua efficienza – dice ancora Santoro –, nella capacità di trasmettersi dall’animale all’uomo e, nel caso, addirittura da uomo a uomo. Per le malattie respiratorie purtroppo è un fatto importante. Poi però molto dipende dalla patogenicità, dal tasso di mortalità che secondo le autorità invece non è così grave. Dunque c’è la trasmissibilità, ma anche l’impatto della malattia. Poi certo può spaventare il numero dei casi, come pure la mancanza di cure specifiche contro il virus, al netto di tutte le terapie e le azioni di sostegno e sicurezza che il nostro sistema sa attivare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA