Daniela verso il viaggio negli Usa
«Tanta emozione ma anche paura»

L’infermiera aveva rivolto un appello alla madre naturale che l’aveva abbandonata «Si avvicina il momento delle partenza per Huston, e crescono le mie paure».

Conto alla rovescia per Daniela Molinari, l’infermiera di origini comasche al centro nei mesi scorsi di un clamoroso caso mediatico perché le sue speranze di trovare una cura per il cancro erano legate al ritrovamento della madre naturale, che l’aveva abbandonata alla nascita al brefotrofio di Rebbio. Il viaggio degli Stati Uniti dove la donna sarà sottoposta a una terapia sperimentale è in programma per la fine dell’estate, ma la marcia di avvicinamento a quella data è faticosa.

«La chemioterapia alla quale devo continuare a sottopormi ha effetti collaterali molto pesanti - dice Daniela - Nei prossimi giorni farò una coronarografia per verificare le condizioni del mio cuore, messo a dura prova dai farmaci. Poi bisognerà valutare che le mie condizioni siano compatibili con la cura che stanno approntando per me negli Usa».

Non solo: «L’incertezza sulla situazione sanitaria internazionale mi preoccupa, mi chiedo cosa succederà ai collegamenti aerei nei prossimi mesi. Mi spaventa la prospettiva di dover forse partire da sola, senza mio marito, e delle incognite che potrei dovermi trovare ad affrontare senza il suo sostegno».

«Ogni giorno cerchiamo di tenere in un equilibrio molto delicato tutti i fattori ai quali è legata la mia vita: le cure, gli effetti collaterali, i problemi pratici, la prospettiva della nuova terapia. È un gioco quotidiano di correzione e di incroci, e lo vivo con tanta emozione ma anche con tanta paura».

Intanto prosegue la raccolta fondi (https://it.gofundme.com/f/daniela-un-aiuto-concreto-per-le-sue-cure) per aiutare Daniela a sostenere le spese ingenti che dovrà affrontare per recarsi negli States.

Il viaggio della speranza è il risultato della drammatica ricerca intrapresa da Daniela quest’inverno, quando tramite le colonne di questo giornale lanciò il suo appello: «Cerco la donna che mi ha dato alla luce e mi ha abbandonato a Rebbio il 26 marzo del ’73. Mi serve la mappatura del suo Dna per mettere a punto la cura che forse mi può salvare la vita».

Un appello drammatico, una ricerca straziante. Nessuno rispose, ma grazie al Tribunale per i minori di Milano la madre biologica - che vive a Como - fu rintracciata. Fu un altro colpo terribile per Daniela: la donna, pur a fronte della garanzia di anonimato, rifiutò di sottoporsi al prelievo. Cambiò idea qualche settimana dopo, grazie al paziente lavoro di convincimento del tribunale.

Da allora è iniziata l’attesa e la preparazione al viaggio, e la gara di resistenza contro una malattia terribile ma anche contro cure tanto preziose quanto devastanti per l’organismo.
B. Fav.

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