Erba, cercò di uccidere il fratello
Per vendicare il tradimento

Chiuse le indagini contro l’ucraino latitante che sparò alla Real Steel. Accusato di concorso in tentato omicidio anche l’autista da tempo in carcere

Il tradimento, da ripagare con il sangue. Il pubblico ministero Massimo Astori ha infatti inviato l’avviso di chiusura indagini ai legali di Eduard Bezdushnyi, ucraino di 28 anni di Milano, latitante, e del connazionale Artur Tymchuk, 23 anni residente a Segrate, ma attualmente in carcere al Bassone, per la sparatoria avvenuta il 21 agosto scorso alla Real Steel di Erba, in via Milano 9.

In particolare, la Procura contesta a Bezdushnyi, difeso d’ufficio dall’avvocato Davide Giudici, il tentativo di uccidere il fratello Ihor Bezdushnyi con tre colpi di revolver, prima di fuggire a bordo di una Audi Q7 guidata da Tymchuk.

Quest’ultimo era stato individuato e arrestato nelle ore immediatamente successive all’agguato in azienda (di proprietà della famiglia Bezdushnyi, in particolare del padre Volodymyr), mentre Eduard Bezdushnyi, che avrebbe esploso i tre colpi di pistola, aveva fatto perdere da subito le proprie tracce.

La relazione sentimentale

Artur Tymchuk, difeso dall’avvocato Davide Ceruti, quando era stato interrogato, aveva spiegato che alla base di quella sparatoria, c’erano degli evidenti dissidi familiari, determinati da un tradimento: Eduard Bezdushnyi aveva imputato al fratello Ihor di aver avuto una relazione sentimentale con sua moglie.

Quel giorno le sue intenzioni erano apparse subito chiare: secondo le accuse avanzate dalla Procura, Bezdushny attorno alle 13, arrivato alla Real Steel, era sceso dall’auto già impugnando la pistola e aveva chiamato il fratello, per fare chiarezza della situazione.

La ricostruzione

Quindi avrebbe sparato tre volte: la prima volta in direzione proprio del fratello Ihor, ad altezza d’uomo a una distanza di circa 15 metri, la seconda verso l’asfalto, vicino al padre Volodymyr con la chiara intenzione di evitare che l’uomo si intromettesse nel diverbio, e una terza contro la Bmw Serie 3 del fratello, parcheggiata nel cortile dell’azienda, all’altezza del serbatoio. Il tutto mentre Tymchuk faceva da “palo”.

L’agguato al fratello non era riuscito a causa della cattiva mira dell’aggressore e successivamente alla rapidità della vittima di mettersi al riparo. Eduard Bezdushnyi e Artur Tymchuk si erano allontanati, con quest’ultimo che si era messo alla guida della Audi Q7.

La Procura contesta a entrambi il tentato omicidio aggravato in concorso, la detenzione del revolver, le minacce e il danneggiamento dell’auto.

Tymchuk è in carcere a Como dall’agosto scorso, mentre Eduard Bezdushnyi non si trova.

© RIPRODUZIONE RISERVATA