«La roccia si è staccata
e Franco è stato travolto»

Cantù, il racconto della compagna di arrampicata di Novati: «Ho visto bene cosa è successo, è stata una fatalità»

Una disgrazia, una maledetta disgrazia.

Nessuna disattenzione, nessun azzardo, a portarsi via Franco Novati, 61 anni, è stato il destino. Era quasi arrivato in cima, insieme alle due persone con cui stava effettuando un’arrampicata, quando un pezzo di roccia l’ha tradito. E non c’è stato nulla che si potesse fare. Maria Grazia non potrà mai dimenticarlo: «L’ho visto bene cosa è successo. Ha preso un appiglio e si è staccato un grosso pezzo di roccia, che l’ha travolto e ha spezzato l’ancoraggio». Quarantadue anni, di Senna Comasco, era lei uno dei due amici che si trovavano con Franco Novati sabato pomeriggio sopra i Piani di Bobbio, in provincia di Lecco, quando è avvenuto l’incidente che è costato la vita all’architetto canturino. E poi c’era Francesco, del Monzese, amico da decenni, un vero e proprio socio in questa passione grande.

Erano partiti la mattina, direzione montagna, come accadeva praticamente tutte le settimane. Destinazione la via Bramani, sulla parete nord dello Zucco Bardesino, nel gruppo dei Campelli. Franco Novati, che lascia moglie Roberta e la figlia Cristina, oltre che tre sorelle e un fratello, era profondamente appassionato di sport, socio del Cai Cantù da tanti anni. Quando la notizia di quanto era accaduto ha iniziato a circolare al dolore si è presto aggiunta l’incredulità, nessuno poteva immaginare un’imprudenza da parte di un alpinista esperto come lui. Ma queste cose, dice con tristezza Maria Grazia, «possono accadere a chiunque. Si è trattato di una fatalità»

(Silvia Cattaneo)

© RIPRODUZIONE RISERVATA