La scuola si svuota
Nelle aule comasche
800 alunni in meno

Il calo demografico si fa sentire sulle iscrizioni.L’esperto: «Ma il trend potrebbe invertirsi presto. Si verifica spesso dopo i periodi di gravi pandemie»

«Il calo demografico è un sintomo della crisi di una società». Non gode quindi di buona salute la comunità lariana, se in un anno si sono contati ben ottocento studenti in meno iscritti a scuola.

I dati sono stati forniti dall’ufficio scolastico regionale, come ogni anno in concomitanza con l’inizio delle lezioni.

Se a settembre 2019 si preparavano a entrare in classe 65.988 studenti in tutta la provincia, a distanza di dodici mesi il numero si è ridotto di più di ottocento unità, poiché la campanella (anche quella virtuale) è tornata a suonare per 65.157 alunni. E, rispetto al 2018, se ne contano addirittura 1300 in meno. Il calo si registra in tutti gli ordini di scuola, ma a fare la differenza sono le elementari, con 600 bambini in meno in dodici mesi.

Paolo Luca Bernardini, direttore del dipartimento di Scienze umane e innovazione per il territorio dell’Insubria, ricorda come il calo demografico sia comunque un sintomo della crisi di una società. Ma, guardando il futuro con le lenti dell’ottimismo, potrebbe esserci un’inversione di tendenza.

«Ragiono da storico – spiega – nel passato, a pandemie anche peggiori di questa, mi riferisco per esempio alla peste, sono di solito seguiti periodo con un incremento della natalità. Non sarei del tutto pessimista, nel 2021 potremmo registrare un incremento delle nascite. Se però continua il trend negativo, allora potremmo trovarci di fronte a una situazione catastrofica, che riguarda il territorio lariano ma anche tutta l’Italia».

Dando un’occhiata invece all’esito della maturità, i risultati dicono che il maxi colloquio non è stato penalizzante per i ragazzi, anzi tutt’altro. I voti alti sono cresciuti, calando quindi i “sessanta” e i risultati inferiori a settanta.

Però, ed è forse paradossale, il numero dei bocciati è raddoppiato, da dieci a ventitré. Una precisazione non trascurabile poiché, prima della prova, sembrava dovesse essere un anno senza bocciature, e invece, se considerate anche le superiori cittadine, all’esame di Stato non sono mancati candidati con esito negativo. «Complessivamente, abbiamo registrato voti più alti rispetto allo scorso anno – commenta il preside del Setificio Roberto Peverelli – era piuttosto comprensibile, considerata la presenza della commissione interna e il periodo difficile vissuto sia dai ragazzi sia dai docenti. In generale, guardando al dato provinciale dei non diplomati, fatico a capire la ragione dell’aumento delle bocciature in un anno così complicato. Una chiave di lettura, però, potrebbe essere che molti di questi ragazzi non si siano proprio presentati all’esame. A noi, per esempio, è successo».

In effetti, essendo ammessi tutti alla maturità, non è stata effettuata quella “scrematura” che, invece, si verificava gli altri anni.

Continua, invece, il trend relativo alla scelta della scuola. Grazie ai dati forniti dall’ufficio scolastico regionale, più della metà degli studenti in uscita dalla terza media scelgono il liceo. I numeri sono ancora in crescita rispetto allo scorso anno, confermando quindi la battuta d’arresto degli istituti tecnici.

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