«Le prime dosi dal 15 gennaio»
Vaccinazioni, ecco il maxi piano

Si partirà dal personale sanitario e dalle case di riposo mentre da marzo prenderà il via la distribuzione ai pazienti fragili - Tre gli hub nel Comasco: San Fermo, Cantù e Menaggio

Como

Dal 15 di gennaio parte la campagna vaccinale anti Covid. A Como gli hub per lo stoccaggio saranno il Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, il Sant’Antonio Abate di Cantù e l’Erba Renaldi di Menaggio. Tutto il mondo si sta attrezzando per difendere la popolazione dal maledetto virus, in alcuni paesi le prime dosi sono già arrivate. In Europa e in Italia entro fine anno è prevista l’approvazione degli enti di controllo.

Il manager Giacomo Lucchini è stato incaricato dalla Regione Lombardia di coordinare sul territorio le attività gestite a livello governativo dal commissario straordinario Domenico Arcuri. Lucchini ha spiegato al nostro quotidiano che la prima fase, che si apre il 15 di gennaio, riguarderà una popolazione di 260mila cittadini lombardi, ciascuno dei quali dovrà ricevere due dosi vaccinali. Si tratta del personale sanitario pubblico e privato e degli anziani ricoverati nelle Rsa oltre agli operatori delle strutture per la terza età.

In Lombardia sono state individuate 65 strutture per lo stoccaggio, tre sono in provincia di Como e sono i tre ospedali citati. Sono centri dotati come il Sant’Anna di speciali freezer per la conservazione a meno 80 gradi dei vaccini Pfizer, il primo vaccino in approvazione. Per i centri pubblici che non avessero questa strumentazione è in corso una gara per acquistare altri freezer. È questa, secondo Lucchini, la principale necessità cui occorre fare fronte. Le operazioni partiranno con l’aiuto dell’esercito.

Gli operatori sanitari riceveranno il vaccino internamente agli ospedali hub, medici e infermieri delle strutture secondarie, esterne e private dovranno fare riferimento sempre agli stessi ospedali. Lucchini spiega che delle equipé con un’attrezzatura specializzata dovranno, dagli hub, raggiungere le Rsa per vaccinare gli ospiti e gli operatori. Con dosi da diluire sul posto, se le Rsa avranno spazio e modo, o altrimenti già diluite in ospedale. Questa prima fase durerà tre mesi.

Il primo passo immaginato è il 15 gennaio, detto che il 29 dicembre le autorità europee dovranno prima approvare il vaccino e poi subito dopo l’autorità nazionale. Il 12 gennaio tocca invece al vaccino di Moderna. La nostra nazione ha già opzionato l’acquisto dei vaccini da altri quattro produttori candidati all’ultima fase per un totale di 202 milioni di dosi. Se tutti riceveranno il benestare, le consegne arriveranno a scaglioni per un piano vaccinale che è stato programmato per trimestri.

Il secondo passo dovrà raggiungere da metà marzo in poi i malati cronici, le persone sopra agli 80 anni e sulla base dell’effettiva disponibilità di dosi gli insegnanti, le forze dell’ordine, le carceri e i cittadini sopra ai 60 anni. Sono in fase di valutazione le modalità operative. Di sicuro, spiega sempre Lucchini, verranno utilizzati i centri vaccinali già in uso. Ma per vaccinare così tante persone potrebbero essere utili anche i tendoni drive in oggi sfruttati per fare i tamponi.

Lo sforzo dovrà essere collettivo per una campagna vaccinale di massa, possibilmente rapida ed efficiente. La campagna vaccinale anti Covid resta in capo al commissario straordinario Domenico Arcuri, scelto dal governo, ma la nostra Regione ha un tavolo operativo di cui Lucchini è il riferimento. L’esecuzione sarà in capo agli hub individuati per lo stoccaggio, quindi all’Asst Lariana per il nostro territorio, ma la cabina di regia per competenza rimarrà in capo all’Ats Insubria che già si occupa di vaccinazioni.

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