Mix di vaccini, tra rifiuti e assenze
soltanto 11 su 468 hanno detto no

Ieri il via ai richiami per gli under 60 già vaccinati con AstraZenca, ora hanno avuto Pfizer - Tanti sono preoccupati: «C’è troppa poca chiarezza»

Dopo i tira e molla su AstraZeneca ieri centinaia di insegnanti sotto ai 60 anni sono comunque andati a fare il richiamo con un vaccino diverso, Pfizer. Certo le indicazioni contrastanti sul siero anglo svedese, più volte cambiate in relazione all’età più indicata per evitare reazioni avverse, hanno creato timori e preoccupazione.

Ciò nonostante l’Asst Lariana fa sapere che su 245 persone attese in via Napoleona una soltanto ha rifiutato il vaccino. Al Valduce invece il personale in servizio parla di una decina di cittadini che non hanno risposto alla chiamata su 223. A conti fatti una buona adesione. Nei prossimi giorni verranno concluse le vaccinazioni eterologhe per altri 1.792 comaschi già coperti con una dose di AstraZeneca. Molti dei vaccinati ieri, in maggioranza insegnanti, hanno parlato di responsabilità civile. Così è andata nell’ambulatorio di via Santo Garovaglio. «Sono preoccupata – dice Marzia Prizzi, lavoratrice del mondo della scuola – forse anche arrabbiata. AstraZeneca sì, AstraZeneca no, poi un po’ di Pfizer. Certezze con questa nuova pandemia non ce ne sono, va bene, ma a noi cittadini che ci facciamo vaccinare qualche certezza serve. L’impressione altrimenti è che nemmeno l’Agenzia del farmaco, il Comitato tecnico scientifico e il governo sappiano cosa stanno facendo». «D’altronde le alternativa sono poche – spiega Emilia Amati, maestra d’infanzia – i dubbi restano, su AstraZeneca visto che dopo la prima inoculazione sono stata male per tre giorni e sulla vaccinazione eterologa, ancora sconosciuta».

Molte persone dicono di avere avuto febbre persistente dopo la prima dose di AstraZeneca. «Anche una sensazione di dolore profonda – dice Laura Spina, insegnante a Cantù – come degli spilli nella pelle. Avrei preferito certezze e chiarezze, ma lasciare le cose a metà non mi pare sensato».

I 23mila comaschi vaccinati con AstraZeneca non sono tutti docenti o bidelli, ci sono forze dell’ordine, universitari e anche lavoratori ospedalieri. «Io sono un fornitore del Valduce – racconta Stefano Dal Molin – non sono preoccupato, ma di sicuro sono disorientato». «Io sono avvocato e docente universitario – spiega Silvia Tarricone – avevo il contratto in scadenza e mi hanno inserita come riservista in un ateneo di Milano, salvo da Como fare il vaccino all’ultimo qui al Valduce. Nonostante le perplessità faccio anche il mix di vaccini. Spero solo che chi decide lo faccia davvero per il bene comune».

Si dicono più fiduciosi Barbara Minazzato e Giuseppe Giannetto, lavoratori della scuola di Como, che nonostante i timori non conoscono colleghi rimasti senza vaccino. «Io mi sono fidata – dice Lorendana Corti, insegnante canturina in fila per il vaccino in via Napoleona – ma il timore c’è, eccome, la vaccinazione eterologa non è stata sperimentata».

«Le informazioni date da autorità politiche e sanitarie sono state discordanti – spiega Damiano Petitto, educatore di Malnate – prima hanno detto che era meglio fare AstraZeneca ai giovani, poi agli anziani e ora sono arrivati al mix di vaccini. Senza darci libera scelta, perché senza la vaccinazione non si può viaggiare e lavorare tanto liberamente».

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