Morti in corsia, la rabbia dei parenti
«Anche l’ospedale è responsabile»

Lomazzo Il principale imputato è l’ex vice primario del pronto soccorso Leonardo Cazzaniga

C’è soprattutto l’ospedale di Saronno nel mirino delle parti civili , i parenti delle dodici vittime in corsia e le tre in famiglia, costituitesi nel processo “Angeli e Demoni”.

Che vede imputato ( per lui l’accusa ha chiesto l’ergastolo) l’ex vice primario del pronto soccorso, Leonardo Cazzaniga, (residente a Rovellasca e attualmente ai domiciliari presso i genitori a Cusano Milanino), ed ex figure apicali della struttura sanitaria.

«Come noto - hanno scritto le parti civili - l’ospedale di Saronno è parte dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale della Valle Olona, costituendone uno degli essenziali presidi ospedalieri. La vicenda oggetto del presente procedimento pare non avere minimamente intaccato l’approccio dell’azienda Socio Sanitaria Territoriale della Valle Olona».

«Non un solo atto ufficiale a favore dei congiunti delle persone decedute - aggiungono i legali - Non un solo contatto fosse anche solo ufficioso»

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«L’ASST Valle Olona - affermano -viene chiamata a rispondere per i fatti lesivi posti in essere dai propri dipendenti; invero come si rileva da diverse pronunce della Suprema Corte, la responsabilità della pubblica amministrazione per un fatto lesivo posto in essere dal proprio dipendente».

«Nel caso di specie - sottolineano - emerge chiaramente dagli atti come l’imputato fosse dipendente dell’ente.Inoltre, è emerso pacificamente dall’istruttoria dibattimentale come egli agisse nell’espletamento di funzioni ricollegabili all’attività del predetto. Da ultimo, ma non ultimo, è possibile inferire un nesso di causalità tra gli eventi occorsi all’interno della struttura ospedaliera e le rispettive condotte illecite».

Attività sistematica

«Si rileva, infatti, come l’attività del Cazzaniga, ripetuta nel tempo e sistematicamente - continua il documento - identificabile nell’attuazione dell’omonimo “protocollo” si svolgesse all’interno di una struttura ospedaliera pubblica con la quale esisteva un chiaro rapporto di lavoro. Parimenti tutti i membri della commissione interna erano dipendenti della struttura e la rappresentavano, ciascuno con le proprie funzioni e professionalità specifiche».

Le parti civili insistono sulle responsabilità della struttura.

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