Papà no vax, il figlio vuol vaccinarsi
E il Tribunale dà ragione al minore

La madre aveva iscritto il ragazzo, di 15 anni, per la somministrazione al Palatenda di Mariano Comense. Un decreto dei giudici civili di Monza autorizza la madre separata ad accompagnarlo allo hub

Un minore ha diritto alla somministrazione del vaccino anti Covid-19 anche se uno dei genitori è contrario. L’ha sancito il tribunale di Monza il 22 luglio, accogliendo il ricorso presentato da una mamma e soprattutto il desiderio di suo figlio di tornare a una vita normale, dopo un anno e mezzo di restrizioni imposte dalla pandemia. La donna, residente in provincia di Monza e Brianza, martedì 29 giugno avrebbe dovuto accompagnare il ragazzo, di 15 anni e 6 mesi, all’hub vaccinale di Mariano Comense, ma è stata costretta ad annullare improvvisamente l’appuntamento.

La firma rifiutata

Il motivo? L’ex marito, inizialmente favorevole alla vaccinazione, al momento della ricezione del modulo per l’autorizzazione si è rifiutato di firmarlo. Perché? Ha avanzato delle scuse generiche ad esempio che i ragazzi non rischiano di contrarre la malattia nella sua forma più grave. Impossibile giungere a un accordo tra le parti e per questo il caso è finito in tribunale.

La mamma, difesa dagli avvocati milanesi Ursula Benetti Genolini e Luisa Francioli, ha portato davanti ai giudici una relazione del pediatra, in cui si evidenzia che non ci sono controindicazioni alla somministrazione del vaccino, e soprattutto ha dato voce a suo figlio, un ragazzo di 15 anni che vuole tornare a partecipare alle attività scolastiche e sportive, momenti di vita normale diventati impossibili con l’obbligo della didattica a distanza, la chiusura delle palestre, lo stop ad attività sportive di gruppo e soltanto oggi qualcosa è cambiato ma col green pass e quindi con la vaccinazione.

Prima dose a fine luglio

Il giovane ha ribadito questo desiderio anche al padre, inviandogli un Sms. I giudici nella sentenza hanno tenuto conto di questo aspetto citando nella sentenza l’articolo 3 della legge 219/17: «La persona minore di età ha diritto alla valorizzazione delle proprie capacità di comprensione e di decisione». Ancora citando il successivo comma 2: «Il consenso informato al trattamento sanitario del minore è espresso o rifiutato dagli esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore tenendo conto della volontà della persona minore, in relazione alla sua età e al suo grado di maturità».

Nella sentenza si evidenzia poi che il rifiuto opposto dal padre contrasta con la scelta del minore, comporta la mancanza di copertura vaccinale e impone limitazioni alla vita del ragazzo pertanto il ricorso della madre è stato accolto ed è stata autorizza la somministrazione del vaccino col solo consenso della mamma, anche in assenza del consenso dell’altro genitore. Il quindicenne ha ricevuto il vaccino a fine luglio.

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