Piscina, la sentenza
Como Nuoto sfrattata
da Pallanuoto Como

Il Consiglio di Stato ribalta l’esito della gara Niente aggiudicazione agli inquilini storici di viale Geno

Più che una sentenza, un vero e proprio terremoto. I giudici del Consiglio di Stato ribaltano l’esito della gara che ha spinto il Comune di Como ad aggiudicare la storica sede con piscina in fondo a viale Geno agli inquilini storici della Como Nuoto. E con un provvedimento che non ammette appello (previsto in Cassazione solo per motivi legati alla giurisdizione) ha assegnato l’immobile alla Pallanuoto Como.

Le conseguenze

Spetterà all’amministrazione comunale, ora, mettere in atto quanto deciso dal tribunale. La Pallanuoto Como, presieduta da Giovanni Dato, si dice soddisfatta e pronta ad aprire il lido all’intera città, la Como Nuoto dal canto suo preferisce attendere il parere dei legali per meglio capire come e se nei fatti avverrà l’assegnazione.

«L’ufficio legale - spiega l’assessore Francesco Pettignano - mi ha spiegato che si partirà da subito con il riconoscimento della sentenza e quindi con l’aggiudicazione. La disponibilità dello stabile la daremo alla Pallanuoto come previstonel bando». Il Comune nei mesi scorsi ha aperto un bando ponte per assegnare l’impianto sportivo con il ristorante di viale Geno in attesa della sentenza. Un bando mai attuato, vinto per altro dalla Pallanuoto.

La vicenda ha inizio due anni fa quando il Comune ha messo a gara la struttura da sempre sede della Como Nuoto ad un canone di 70mila euro all’anno per nove anni rinnovabili per altri sei. La gara è stata vinta dalla Como Nuoto la cui offerta è stata preferita a quella della Pallanuoto (che aveva costituito un’associazione d’impresa con il sostegno di una società genovese). La Pallanuoto si è rivolta al Tar. Il tribunale amministrativo ad aprile ha dato ragione ai pallanuotisti ma solo per un vizio di forma, l’apertura delle buste non è stata pubblica. La Como Nuoto e il Comune si sono allora rivolti al Consiglio di Stato. Che da un lato ha sentenziato: vero, non c’è alcun vizio di forma. Ma dall’altro ha stabilito: i criteri di calcolo dei punteggi per l’assegnazione finali sono stati sbagliati.

La decisione dei magistrati si concentra infatti sul conteggio del numero dei tesserati delle due associazioni, uno dei requisiti del bando. Secondo i giudici il calcolo nell’ultimo triennio degli sportivi delle due società è errato. Va ricalcolato a favore della Pallanuoto che, dunque, ottiene più punti aggiudicandosi - per pochi centesimi - la prima gara aperta dal Comune.

Il giudice

«In base alla formula matematica decisa dalla commissione - scrive la quinta sezione del tribunale romano nella sentenza - la Pallanuoto avrebbe dovuto ottenere più punti, punti che le avrebbero permesso di sopravanzare la Como Nuoto ed ottenere l’aggiudicazione. Per tutte le considerazioni esposte si respinge l’appello principale della Como Nuoto e l’appello incidentale del Comune e si accoglie con diversa motivazione quanto chiesto dalla Pallanuoto Como. In vista del rigetto del motivo di primo grado concernente la violazione procedimentale inerente l’apertura delle buste tecniche e della riconosciuta fondatezza del secondo motivo di secondo grado sul calcolo dei tesserati nel triennio e dunque sull’erroneità della graduatoria, si annulla l’aggiudicazione impugnata».

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