Tasso di mortalità
A Como è il doppio
di quello mondiale

In Lombardia il dato globale peggiore sulla letalità da coronavirus in rapporto agli abitanti. Sul Lario 27 vittime ogni 10mila persone

Se dovessimo valutare i dati solo della seconda ondata, dovremmo conclude che difficilmente esiste un’area al mondo dove il Covid ha mietuto più vittime rispetto alla popolazione rispetto alla nostra. E se Bergamo resta, per clamore ma anche per numeri, uno dei casi più tragici sul fronte delle conseguenze del maledetto virus, Como si segnala come la quinta provincia italiana per incidenza di morti in proporzione agli abitanti.

L’incidenza sulla popolazione

I numeri sono impietosi. E, come sempre, è indispensabile premettere che dietro ogni singolo numero c’è la storia di una persona, più spesso di una famiglia, travolta dal dramma Covid.

A ieri i decessi ufficiali dovuti al coronavirus in provincia di Como sono 1.614. Il dato reale è ancora più drammatico perché, com’è ormai noto, le vittime reali sono molte di più. Soprattutto nella prima ondata, infatti, molte persone sono morte senza neppure una diagnosi definitiva e certa, ma solo presunta. Ma, pur restando al dato catalogato come ufficiale, quei 1.614 comaschi deceduti rappresentano lo 0,27% della popolazione. Tradotto: 27 decessi ogni diecimila abitanti. Quella media, in Italia, è quasi dimezzata: a ieri gli italiani vittime del virus sono stati 85.881 pari cioè allo 0,15%. E la percentuale comasca è superiore (anche se di una vittima ogni diecimila abitanti) a quella della Lombardia, la regione in assoluta tra le più martoriate dal Covid.

Se questi calcoli vengono poi confrontati con il resto del mondo, ben si comprende la portata dell’emergenza alle nostre latitudini. Neppure il Messico, che è la nazione che ha totalizzato la più alta percentuale (tra quelle con più vittime) di tasso di mortalità, si avvicina neppure lontanamente a un’incidenza così alta come la nostra di persone uccise dal virus: lì parliamo di 12 morti ogni diecimila abitanti, qui (come detto) di ben 27.

Certo, ci sono province messe anche peggio. Ovviamente Bergamo dove i decessi ogni diecimila persone (e parliamo solo di dati ufficiali) sono ad oggi 30. Ma la situazione è anche peggiore a Lodi (dove tutto è iniziato, in Italia) e Pavia con un’incidenza dello 0,38%.

Ma ci sono altre cifre che meritano di essere attentamente valutate e sono quelle legate al tasso di mortalità del virus, ovvero la percentuale di persone che hanno perso la vita rispetto al totale dei contagi.

Vittime e tamponi

È chiaro (ed è giusto premetterlo) che questa cifra dipende dal funzionamento del sistema di tracciamento e monitoraggio, che soprattutto nella prima ondata ha fatto clamorosamente cilecca in Lombardia. Ma è anche vero che, in generale, tutti si sono ritrovati impreparati (chi più - come noi - chi meno) sul fronte dell’identificazione dei positivi.

Fatta questa premessa, arriviamo ai numeri che ci dicono come nella nostra provincia il tasso di mortalità del virus sia arrivato a ieri al 4,25%. Cioè: 17 vittime ogni 400 tamponi positivi. Si tratta di una percentuale pari a più del doppio rispetto alla media mondiale e superiore di circa un punto percentuale anche alla media italiana. Sotto questo punto di vista, ci sono province lombarde ben più martoriate della nostra a partire da Bergamo (11%) oppure Lodi. Non certo una consolazione, anzi. Piuttosto una conferma: in questa regione più che altrove il virus si è accanito.

(N.b. Sull’edizione cartacea in edicola riportiamo un dato di 27 decessi ogni mille abitanti in provincia di Como, anziché 27 ogni diecimila. Il dato corretto è lo 0,27% ovvero 2,7 ogni mille e 27 ogni diecimila. Ci scusiamo per l’errore)

© RIPRODUZIONE RISERVATA