«Vi porto i rosari di Papa Francesco
Uno anche per l’uomo in carcere»

A Como il cardinal Krajewski, elemosiniere del Santo Padre, Il dono ai volontari e ai bisognosi

Venerdì sera è giunto con la sua auto, direttamente dal Vaticano, il cardinale Konrad Krajewski, l’elemosiniere del Papa, uno dei porporati più vicini a Francesco. E ieri, sia distribuendo immaginette del Santo Padre prima delle celebrazione, sia con le parole durante il rito, ha voluto far percepire tutta la vicinanza del Papa. È con noi - ha affermato il cardinale - e si unisce al dolore dei familiari di don Roberto, si unisce ai fedeli della sua parrocchia, ai fratelli bisognosi, che ha servito fino all’ultima mattina, e a tutta la comunità comasca».

La pagina del Vangelo

«Don Roberto è morto, quindi vive», ha affermato il cardinale, spiegando poi la frase che risulta comprensibile solo in un’ottica di fede. «L’amore, infatti - ha aggiunto -, non muore mai, neppure con la morte. La pagina del Vangelo che noi spesso leggiamo e che don Roberto ci ricorda proprio oggi, quella pagina che non si può strappare mai dal Vangelo ci ricorda che “non c’è amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici”. I poveri erano gli amici di don Roberto. Non si può essere cristiani fino in fondo se questa pagina non è fatta nostra».

Krajewski, divenuto famoso per tante iniziative di carità del Papa in favore degli ultimi, per cui si spendeva anche don Roberto, ha ricordato che il sacerdote ucciso «ha incarnato la preghiera di Gesù, la semplice preghiera che diciamo ogni giorno, il “Padre nostro”: sia fatta la tua volontà, non la mia, sia santificato il tuo nome, non il mio, venga il tuo regno, non il mio». Una pagina evangelica che, secondo il cardinale, «si riferisce in particolare a noi sacerdoti, che dobbiamo annunciare il puro Vangelo e diffondere la fragranza di Cristo».

L’esempio di don Roberto già è stato uno sprone per molti giovani e ha animato il cuore di numerosi volontari. Ora bisognerà raccogliere la sua eredità. «Sono sicuro - ha detto il cardinale Krajewski rivolgendosi al vescovo Oscar Cantoni - che da te verranno tanti sacerdoti e laici che vorranno seguire e riprendere l’opera evangelica di don Roberto, perché questa strada è il vero Vangelo in atto. Se per caso non si dovesse presentare nessuno, verrò io stesso».

Il dono

Infine, il cardinale ha riferito di aver portato dei rosari da parte di papa Francesco da distribuire a tutti i volontari che collaboravano con don Roberto e ai bisognosi che aiutava. «E anche - ha aggiunto suscitando la commozione dei presenti - per quell’uomo sfortunato che sta in carcere e chiedo alle autorità di portarglielo, perché io non posso andarci». Una corona di rosario particolare, di quelle più preziose, che il Papa dona in rare occasioni, Krajewski ha detto di averla da consegnare ai genitori di don Roberto, che non hanno potuto intervenire alla celebrazione. Così, ieri pomeriggio, il cardinale ha raggiunto Regoledo di Cosio, incontrando mamma Ida e papà Bruno, anche per «baciare le loro mani a nome del Santo Padre».

La breve trasferta valtellinese è giunta dopo un’altra sosta, a Como, nel luogo dove don Roberto è stato ucciso. Il cardinal Krajewski, accompagnato dal vescovo Oscar e dal parroco della Comunità pastorale Beato Scalabrini, don Gianluigi Bollini, si è recato a San Rocco e ha pregato lì dove fiori, pensieri, ricordi e candele si sono moltiplicati in questi giorni. Quindi, è entrato nella chiesa dove don Roberto celebrava la messa e, all’uscita, ha riconosciuto l’auto del sacerdote, ripresa nei giorni scorsi dalle immagini delle cronache nazionali. Don Roberto vi stava caricando i thermos e i viveri per le colazioni che ogni mattina distribuiva ai senzatetto.n 
A. Gia.

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