Virus a Como, da oggi stop
a scuole e cinema (e pure i pub)

L’ordinanza: niente messe, vietate le feste anche private Nei weekend limitazioni ai negozi nei centri commerciali

Il segno più tangibile dei giorni che stiamo vivendo, scanditi dalla paura per il Coronavirus, ieri era sicuramente il cartello appeso sulla porta del Duomo di Como: «Fino a nuova disposizione sono sospese tutte le celebrazioni e le confessioni. Si preghi in famiglia». Così come il resto della Lombardia, anche la provincia di Como “chiude per virus”. Anche se, fortunatamente, tracce del virus sul Lario non se ne sono avute.

Al termine di una giornata frenetica, convulsa, spesso contraddittoria e comunque che ha lasciato parecchi interrogativi - soprattutto tra i sindaci del territorio - il ministero della Salute e la Regione Lombardia hanno emanato un’ordinanza che non ha precedenti nella storia recente dei nostri territori e che è destinata a lasciare il segno.

I divieti

Da oggi e fino a data da destinarsi - comunque almeno per tutta la settimana - chiudono scuole, chiese, pub, musei, teatri, cinema, università, biblioteche. Stop a eventi sportivi, alle sfilate di carnevale, alle feste pubbliche e private, alle messe, alle fiere (Ristorexpo ha addirittura annullato la conferenza stampa prevista per presentare l’evento di Lariofiere).

Nel dettaglio. L’ordinanza del ministero della Saluta prevede: «La sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato anche a carattere culturale, ludico, sportivo e religioso». Quindi: chiusi i musei. Chiuse le mostre e le esposizioni. Chiuse le biblioteche. Chiusi i cinema (anche se ieri sera erano aperti e affollati). Chiusi i teatri. Chiusi i palazzetti dello sport. Chiusi gli stadi (tutte le manifestazioni sportive, ieri, sono state rinviate a data da destinarsi). Chiuse - da ieri pomeriggio - anche le chiese. Niente messa, dunque: ma cosa avverrà in caso di funerali e matrimoni? Solo oggi la Diocesi di Como fornirà indicazioni. L’arcidiocesi di Milano, invece, ha deciso che «i funerali e i matrimoni possono essere celebrati, ma con la presenza dei soli parenti stretti».

Le scuole

Chiuse tutte le scuole: dai nidi alle università. Chiuse anche le università della terza età e l’università popolare. Sospese le gite scolastiche: su questo aspetto bisognerà verificare se le scuole che le avevano in programma potranno riproporle più avanti oppure se saltano definitivamente.

Chiuse le discoteche, i pub e i bar e tutti i locali di intrattenimento a partire dalle 18 e fino alle 6 del mattino successivo. Chiusi, nei fine settimana, anche tutti i negozi non alimentari che si trovano all’interno dei centri commerciali e dei mercati. Restano aperti invece i negozi in generale, i supermarket, gli uffici pubblici (anche se l’Inps di Como ha annunciato, per oggi, la chiusura dei suoi sportelli). Un provvedimento ad hoc per cosa fare con i servizi front office è stato annunciato per i prossimi giorni.

Fin qui le certezze. Durante la riunione che si è tenuta ieri alle 19 nella sede dell’Ats di Varese, a cui hanno partecipato - anche in videoconferenza - i sindaci lombardi, ci sono stati momenti di tensione (ovviamente solo verbale) per la poca chiarezza riguardo alcuni divieti. In particolare non si è capito cosa fare con le piscine e le palestre. E una risposta, in tal senso, non è arrivata. Sarà quindi poco agevole, per i sindaci, ordinare la chiusura di queste attività. C’è chi, come l’Eracle di San Fermo, ha già annunciato la sospensione delle attività. L’assessore regionale alla Salute, Giulio Gallera, ha ribadito la ratio del provvedimento: «Bisogna limitare il più possibile gli assembramenti per bloccare i focolai».

Infine i mezzi di trasporto pubblico funzionano regolarmente, anche se i bus Asf osserveranno l’orario previsto per le giornate non scolastiche.

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