«Bar e ristoranti, anima delle città. E le fiere come Ristorexpo aiutano»

A Lariofiere Lino Stoppani, presidente nazionale di Fipe: «Bene sburocratizzare, ma no a un mercato sregolato»

«Stanno cambiando gli stili di vita e questo modifica anche il modo di lavorare di bar e ristoranti. Oggi intervengono sul settore gli effetti dello smart working, del lavoro a domicilio. È un mondo in continua evoluzione e le fiere concorrono a capire il cambiamento, a valutare in quale direzione si muove il mercato e quali possono essere oggi i miglioramenti per le attività - ha spiegato Lino Stoppani, presidente Fipe Federazione Pubblici Esercizi, intervenuto ieri a Ristorexpo, evento in corso ancora per oggi a Lariofiere - i pubblici esercizi rappresentano l’anima di città e piccoli centri, garantiscono non solo sviluppo economico e occupazione, ma anche sicurezza, contrasto al degrado, relazioni sociali e senso di comunità».

Occasione per una riflessione sulle trasformazioni in atto è stata il Consiglio del comitato regionale Fipe che si è svolto nello spazio fieristico lariano e che ha rilevato una sostanziale fiducia delle imprese e sottolineato le priorità sulle quali intervenire.

«Il mondo fieristico riesce a fare due azioni importanti per la ristorazione: la prima è offrire opportunità di conoscenza e di miglioramento delle proprie attività – ha continuato il presidente Fipe - fiere di questo livello servono a dare questo contributo alla crescita del settore e consentono di raccogliere le necessità e le esigenze di un mercato che sta profondamente cambiando con un fuori casa che cresce a differenza dei consumi alimentari in casa».

Tanti gli argomenti sul tavolo del Consiglio: il tema del rinnovo del contratto collettivo nazionale per i lavoratori dei pubblici esercizi, della ristorazione e del turismo, la giornata della ristorazione che si svolgerà a maggio, l’ascolto dei bisogni e la raccolta delle particolari esigenze di alcuni territori e le strategie sulla legge finanziaria. «A livello nazionale sono state prese decisioni importanti – ha aggiunto Lino Stoppani – con aperture sul mondo del fuori casa come, per esempio, la detassazione del lavoro festivo e notturno. Di questo va dato merito al ministro dell’economia Giorgetti che ha capito la difficoltà a reperire manodopera offrendo così un minimo di vantaggio a persone che lavorano di sera e di notte, con una sensibilità innovativa». Più tecnici, ma strategici per gli operatori del settore, i temi che riguardano al semplificazione normativa a beneficio di alcune categorie. «La sburocratizzazione della pubblica amministrazione è importante e interessa tutti noi – ha voluto precisare il presidente Fipe - ma bisogna vigilare perché la semplificazione porti a fare lo stesso mestiere dei ristoratori ma con modalità diverse e facilitate, in questo caso si tratta di concorrenza sleale».

Le norme

Più volte la Fipe si è opposta a un’iniziativa dei commercianti che vorrebbero poter iniziare un’attività di artigianato alimentare senza i titoli abilitanti che sono previsti. La richiesta della Federazione è di una uniformità di regole a fronte di uno stesso mercato. «Il rischio è di togliere identità ai mestieri del settore e di avviare un percorso di dequalificazione commerciale in un Paese dove il cibo è un elemento identitario che meriterebbe grande attenzione per tutti i componenti dell’offerta dati dalle materie prime, dall’ambientazione e dalla professionalità. Da qui la nostra opposizione» ha concluso Stoppani.

Analogo ragionamento nei confronti degli agriturismi che, da attività collaterale degli agricoltori, stanno assumendo sempre più il profilo di imprese della ristorazione.

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