Bonus per gli autonomi
I 600 euro non a tutti
30 mila comaschi in attesa

Sandro Litigio, presidente dell’Ordine dei commercialisti: nessun automatismo. «Procedure complicate»

Non tutti i lavoratori autonomi che hanno ottenuto il bonus da 600 euro per il mese di marzo (quasi 30mila i comaschi che ne hanno beneficiato), replicato poi automaticamente per aprile ed in pagamento in questi giorni, riceveranno un’indennità anche per maggio.

Un “Rilancio” complicato

Il decreto “Rilancio”, infatti, riconosce un bonus sempre di 600 euro anche per il mese scorso ai liberi professionisti titolari di partita Iva al 23 febbraio ed ai titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa.

Per maggio, invece, è previsto il riconoscimento di un’indennità di mille euro solo ai titolari di partita Iva che abbiano subito una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito nel secondo bimestre 2020 (marzo e aprile), rispetto al reddito dello stesso periodo del 2019. Per poter ottenere questo nuovo bonus, il libero professionista dovrà presentare una domanda all’Inps in cui sia autocertificato il possesso dei requisiti previsti, tra cui l’iscrizione alla gestione separata.

Percorsi troppo differenti

Un discorso diverso vale per i co.co.co. che percepiranno l’indennità per mese di maggio solo nel caso in cui sia cessato il rapporto di lavoro alla data di entrata in vigore del decreto (19 maggio 2020).

Ed un percorso ancora differente verrà seguito per artigiani, commercianti e coltivatori diretti che riceveranno i 600 euro anche per aprile, ma non per maggio.

«In un periodo di emergenza sanitaria ed ormai economica come quello che stiamo vivendo – afferma Sandro Litigio, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Como – sarebbe stato auspicabile seguire procedure più snelle e più chiare per ottenere questi contributi: non discuto degli importi, perché è evidente che lo Stato può arrivare fino ad una certa soglia, tuttavia ritengo molto farraginoso il percorso burocratico, con numerose differenze tra le categorie».

Il presidente Litigio sottolinea infatti come ci siano ancora incertezze per i liberi professionisti iscritti ad un ordine professionale, come appunto i commercialisti: «Non è ancora chiaro se il bonus assegnato a marzo a questi lavoratori sarà replicato, siamo ancora in attesa di capirlo attraverso i decreti attuativi e le istruzioni delle specifiche casse di previdenza che in questo momento non hanno ricevuto indicazioni e quindi non sanno come comportarsi».

I contributi a fondo perso

E la casistica non si esaurisce qui, «perché il decreto Rilancio – afferma ancora il presidente dell’Ordine al quotidiano La Provincia – ha introdotto anche contributi a fondo perduto per i lavoratori autonomi che non usufruiscono del bonus e che dovranno dimostrare di aver ottenuto una riduzione del fatturato superiore al 30% nel solo mese di aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019».

In questo caso non è più l’Inps bensì l’Agenzia delle entrate ad essere chiamata alla concessione del contributo ed anche all’eventuale attività di recupero di fondi indebitamente percepiti. Dalla possibilità di accedere a questo strumento sono stati esclusi, oltre a coloro che ricevono il bonus, anche gli appartenenti agli ordini professionali che hanno fortemente criticato la scelta attraverso Confprofessioni.

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