Como e la Svizzera
Apertura più vicina
della frontiera

Si punta a far cadere l’obbligo del tampone, il via libera è atteso nel giro di due settimane. «Decisivo dare un segnale ai territori di confine»

L’obbligo del tampone molecolare negativo in ingresso in Italia entro i 20 chilometri dal confine potrebbe “saltare” ben prima che l’ordine del giorno a firma del senatore varesino del Partito Democratico, Alessandro Alfieri - cui ha dato il proprio appoggio anche il senatore leghista Stefano Candiani - venga votato all’interno del “Decreto Sostegni”.

Lo ha confermato ieri pomeriggio a “La Provincia” lo stesso senatore Alfieri, spiegando che l’ordine del giorno è un input politico per far sì che il ministero competente (il ministero della Salute, ndr) possa dar corso all’ordinanza ad hoc per bypassare il tampone negativo in ingresso, riaprendo così i valichi ai clienti svizzeri che da mesi non possono varcare il confine (anti-economico effettuare un tampone per venire a fare la spesa in Italia).

«L’obiettivo è far sì che l’ordinanza possa essere firmata in contemporanea al rientro in “zona gialla”, fissato per lunedì. Realisticamente questo passaggio fondamentale per le zone di confine potrebbe avvenire tra la prossima settimana e quella successiva, tenendo conto dei tempi tecnici necessari ad un provvedimento come questo - sottolinea Alessandro Alfieri -. E’ fondamentae dare un segnale alle zone di confine, che senza i clienti svizzeri hanno perso gran parte del loro fatturato. E l’ordine del giorno va in questa direzione. Ci abbiamo lavorato già da giorni. Le economie delle zone di confine sono state fortemente penalizzati dalle restrizioni adottate a seguito della pandemia. Con il ritorno in “zona gialla” è importante dare un segnale di normalità anche a questi territori». C’è un altro aspetto legato allo stop ai transiti tra Lombardia e Canton Ticino, al netto dei frontalieri che riguarda questa parte del confine e nella fattispecie la possibilità di tornare in Ticino per il pieno di carburante.

Tempi stretti

«È un aspetto tecnico che sicuramente sarà valutato, ma prima occorre creare il consenso politico perché il provvedimento trovi concreta applicazione il prima possibile - aggiunge Alessandro Alfieri -. Di sicuro, l’argomento è complesso. Per quanto ci riguarda è un obiettivo secondario. Ci troviamo - tanto per rendere l’idea - nel bel mezzo di una strettoia, in cui con il dialogo e con il buonsenso stiamo cercando di farci largo. La situazione delle zone a ridosso del confine è sotto gli occhi di tutti. Senza gli svizzeri, molte attività sono a rischio. Commercio, attività e servizi di confine devono tornare a rivedere un minimo di luce. Ci stiamo impegnando su questo fronte e, come detto, potrebbero arrivare importanti novità già nei prossimi giorni». Il senatore Alfieri dà una chiave di lettura importante del perché bisogna pigiare sull’acceleratore per far sì che il tampone negativo in ingresso in Italia non sia più obbligatorio con la Lombardia che si appresta a tornare in “zona gialla”.

«Rischiamo di trovarci di fronte ad attività che possono riaprire, ma sono senza clienti e non hanno più la possibilità di accedere ai ristori - sottolinea ancora Alessandro Alfieri -. Per questo è importante trovare l’intesa per far sì che l’ordinanza ministeriale venga aggiornata a seguito dell’evoluzione delle restrizioni».

La richiesta

Domenica abbiamo dato conto della lettera inviata dall’Associazione Comuni Italiani di Frontiera al premier Mario Draghi ed a tutte le istituzioni in cui si chiedeva di consentire l’ingresso entro i 20 chilometri «anche a coloro che risiedono oltre il confine svizzero senza necessità di effettuare tampone molecolare».

Questo per dire che c’è la volontà di tutti di rimuovere un ostacolo che oggettivamente si è fatto sempre più ingombrante.

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