Como, frontiera aperta,
Bilancio scontrini ok
Di Maio a Brogeda

Niente code ma intenso viavai tra la città e Chiasso. De Zordi (Bennet): bilancio scontrini positivo. Il ticinese Gobbi preoccupato: «Sarebbe stato meglio prolungare lo stop». Oggi il ministro Di Maio a Brogeda

Avanti adagio, almeno fino a sabato, quando si avranno le esatte dimensioni di come comaschi e ticinesi hanno ripreso confidenza con la riapertura totale delle frontiere e dei valichi. Ieri, i ticinesi hanno ricominciato a prendere confidenza con gli ipermercati e una parte dei negozi del territorio (con mascherina protettiva ben calata su naso e bocca), mentre una quindicina di automobilisti comaschi alle 9 era già presente nei distributori di carburante ubicati in rapida successione in quel di Pizzamiglio (tanto per citare un esempio su tutti). Il 34,2% dei ticinesi che hanno partecipato ad un sondaggio on line del Corriere del Ticino hanno risposto di «non vedere l’ora di tornare a fare la spesa in Italia». E una conferma in tal senso è arrivata già nel primo pomeriggio dal gruppo Bennet, con l’amministratore delegato Adriano De Zordi che al nostro giornale ha fatto sapere come «le cinque filiali a ridosso del confine abbiano visto un ottimo afflusso anche da parte della Svizzera», con «un numero importante di scontrini sia sui punti vendita “fisici” che sui BennetDrive».

I timori

Tra i partecipanti al sondaggio on line, c’è anche un 15,4% che ha ammesso di voler aspettare a varcare il confine, vista la situazione dei contagi in Lombardia. E su questo punto è tornato ieri il presidente del Governo di Bellinzona, Norman Gobbi, il quale a Radio3i ha ammesso che «questa apertura delle frontiere mi preoccupa. Questo perché bisogna avere la consapevolezza che il virus è ancora tra noi». Norman Gobbi avrebbe preferito allungare la chiusura - per parte svizzera - delle frontiere, anche come argine alla nuova avanzata dei padroncini.

Il dibattito

L’equazione ribadita anche negli ultimi giorni dal presidente del Governo cantonale è frontiere chiuse uguale meno criminalità e meno padroncini. Detto che anche al FoxTown di Mendrisio si sono riviste ieri parecchie auto con targhe italiane, l’altra grande sfida per i mesi a venire è rappresentata dal turismo. E anche di questo parleranno oggi i due ministri degli Esteri - Luigi Di Maio e Ignazio Cassis - nel summit programmato al Museo “Vincenzo Vela” di Ligornetto. I mercati soprattutto a nord del Gottardo interessano da vicino il lago di Como, ma senza regole certe d’ingaggio l’estate si prospetta decisamente più in salita di quanto già non lo sia. «Sbloccare i flussi turistici significa far arrivare turisti stranieri in Italia e dare un ulteriore supporto alla nostra economia», ha confermato sui social il ministro Di Maio, annunciando per la settimana in corso le missioni in Svizzera e in Turchia.

Almeno forse in attesa di una schiarita sul fronte politico e diplomatico la situazione relativa alla prenotazioni rossocrociate è di calma piatta. Certo, anche il Canton Ticino ha i suoi problemi visto che è di ieri l’invito del direttore di Ginevra Turismo a dimenticare il Ticino e optare per la Romandia» (nel pomeriggio è poi arrivata una parziale smentita). Ma la riapertura delle frontiere non porterà - già da qui ai prossimi giorni - benefici solo al capoluogo, ma a tutte le zone di confine.

Il discorso vale per l’Olgiatese quanto per il Porlezzese e così per gli esercizi commerciali della Val d’Intelvi (ristoranti e bar in primis) con la riapertura ieri del valico di Arogno dopo 95 giorni di stop prolungato. Nel tardo pomeriggio, l’Amministrazione federale delle Dogane ha fatto sapere che in media - su tutto il territorio svizzero - le sanzioni giornalieri sono state circa 150 al giorno, con il turismo degli acquisti (vietato sino a ieri) in cima alla graduatoria seguito dall’attraversamento in punti non autorizzati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA