«Ditte di spedizione. Con la nuova dogana molti posti a rischio»

L’allarme La Svizzera toglie l’obbligo di dichiarazione sulle merci non soggette al pagamento del dazio. La Cna del Lario: «Gravi ripercussioni su tutto il settore»

«È una decisione inaspettata ed incomprensibile, che avrà importanti ricadute anche sull’occupazione, considerato che la case di spedizione ticinesi danno lavoro ad un numero elevato di nostri frontalieri. Per questo, confidiamo in un ravvedimento da parte del Consiglio degli stati svizzero (l’omologo del nostro Senato, ndr)».

Anche la Cna del Lario e della Brianza ha preso una posizione ferma contro il “liberi tutti” deciso dal Consiglio nazionale sulla libera circolazione delle merci attraverso le frontiere elvetiche a fronte dell’abolizione dell’obbligo di dichiarazione doganale per determinate categorie di merci, oltre a una modifica del processo di riscossione dell’Iva al momento dell’importazione.

Lo ha fatto con una lunga nota inviata agli associati e attraverso una presa di posizione da parte del presidente di Cna Oda (Operatori doganali associati), Luigi Simeone, voce autore del settore per essere stato a lungo direttore della Dogana di Como.

«Il Consiglio nazionale ha sicuramente imboccato la strada sbagliata per quel che concerne la modifica della Legge doganale svizzera. L’abolizione della dichiarazione doganale non trova riscontro nella pratica quotidiana né nelle logiche che determinato il transito delle merci tra Svizzera e Italia, ma anche tra la Confederazione e gli altri Stati confinanti - rimarca Simeone, in contatto più volte in questi giorni con la Dogana circondariale di Lugano -. La dichiarazione doganale è un documento non solo utile, ma - lo possono certificare tutti gli operatori del settore - indispensabile per avere contezza delle merci oggetto degli scambi internazionali. Mi auguro che il Consiglio degli Stati riveda la decisione del Consiglio nazionale».

La presa di posizione della Cna si affianca a quella di Alessandro Butti, doganalista e titolare di un’avviata azienda di import export con sedi a Como e Carimate, il quale per primo aveva apertamente parlato di «situazione allarmante» dopo il voto del Consiglio nazionale.

«L’abolizione della dichiarazione doganale impatta sulle attività affidate ai collaboratori dentro le case di spedizione e di trasporti, tra i quali sono da annoverare un numero rilevante di frontalieri - fa notare ancora il presidente di Cna Oda -. Ripeto, questa decisione del Consiglio nazionale - lo dico anche da “vecchio” doganiere - non trova corrispondenza nella pratica quotidiana. Dovesse passare un provvedimento così strutturato, la Svizzera si troverebbe in forte difficoltà non solo per quel che concerne il transito delle merci, ma anche nei rapporti stessi con i Paesi confinanti. Con l’attuale dichiarazione doganale, è possibile tracciare i movimenti delle merci, con tanto di banche dati a supporto, inclusa quella dei rischi, che ha a che vedere direttamente con la sicurezza. Mi chiedo come supplirà la vicina Confederazione alle attuali dinamiche qualora il Consiglio degli Stati dovesse confermare le tesi - confutabili punto su punto - del Consiglio nazionale».

Nella nota inviata agli associati, Cna del Lario e della Brianza ha spiegato che «il Consiglio nazionale elvetico, nell’ambito di revisione della legge sulle dogane, ha deciso che le merci non soggette a dazio saranno esentate dall’obbligo di dichiarazione doganale. Nonostante alcune resistenze - prosegue la nota - la Camera del popolo ha approvato la sua proposta con 115 voti favorevoli e 76 voti contrari».

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