
(Foto di Cusa)
Villa Erba La trasformazione della manifattura nella tre giorni di confronto promossa da Mics
Cernobbio
«La manifattura è uno straordinario strumento di pace – ha dichiarato Marco Taisch, presidente Mics – perché dove c’è manifattura c’è lavoro, dove c’è lavoro c’è benessere e questo a sua volta contribuisce alla stabilità sociale e politica». Il settore manifatturiero è quindi, anche, un elemento di coesione sociale: è quanto emerso nella prima giornata di lavori del primo Made in Italy Innovation forum a Cernobbio, Villa Erba, inaugurato ieri. Fino a mercoledì, la tre giorni sarà dedicata ai trend e alle sfide che coinvolgono tutti i settori della manifattura.
Promotore dell’evento è l’hub Mics – Made in Italy Circolare e Sostenibile, sostenuto dal Ministero dell’università e della ricerca e finanziato con 125 milioni di euro messi a disposizione dall’Ue nell’ambito del programma NextGenerationEu del Pnrr.
«In un contesto globale in continua evoluzione, va difeso il Made in Italy attraverso l’innovazione – ha aggiunto Marco Taisch nell’intervento di apertura del Forum - sviluppando prodotti nuovi, intelligenti e sostenibili. Questo significa superare l’idea di una “tradizione” sufficiente a se stessa, per trasformarla in una spinta propulsiva verso il futuro».
I problemi da superare sono noti: scarsa produttività del lavoro, bassi investimenti in ricerca e sviluppo e una cronica emorragia di giovani talenti che hanno lasciato il paese negli ultimi anni.
In quello che potrebbe essere un Manifesto per l’innovazione del Made in Italy, Marco Taisch suggerisce spunti di lavoro: «il Made in Italy deve diventare un laboratorio di futuro, integrando le tecnologie digitali nei prodotti. Innovazione costante nel solco della trazione, investire nella formazione per attrarre i giovani talenti. I prodotti del futuro devono essere umano-centrici, sostenibili, circolari, digitali ed etici. L’Italia deve migliorare la sua capacità di proporsi a livello europeo, diventando un esempio per l’Ue e non lasciando che altri paesi guidino l’agenda sulla manifattura. Infine – ha spiegato Taisch - l’eccellenza deve diventare scalabile, supportando le piccole e medie imprese che rappresentano il substrato economico del Paese».
Alessandro Fermi, nel suo discorso di saluto, ha sottolineato come il capitale umano sia il valore più profondo, autentico e trasversale del “fatto in Italia”. Per l’assessore regionale all’Università, ricerca e innovazione, il capitale umano italiano ha la specifica capacità di innovare, trovare soluzioni più velocemente e con una grande talento per il bello e pratico. Questo talento ha permesso all’Italia di diventare una delle maggiori potenze economiche mondiali, nonostante le difficoltà politiche, logistiche e burocratiche.
Ancora sulle specificità del sistema manifatturiero italiano si è soffermata Lara Ponti, vicepresidente di Confindustria con delega per la transizione ambientale e gli obiettivi Esg: «l’Italia è tra le economie più sostenibili del G20 e dell’Ue: la sostenibilità stimola l’innovazione richiedendo nuove soluzioni digitali per ridurre l’impatto ambientale. Non possiamo fermarci – ha concluso Lara Ponti - soprattutto nel rafforzamento della twin transition. Se vogliamo continuare a crescere in modo sostenibile e competitivo, coinvolgendo anche le pmi in questi processi, servono politiche mirate, stabili e facili da utilizzare, piani per incrementare gli investimenti e una più forte collaborazione pubblico-privato. Solo così potremo consolidare la leadership del sistema manifatturiero italiano».
Si sono quindi aperti i lavori per le sessioni del Forum che si focalizzano su tessile, arredo, meccanica e alimentare.
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