Frontalieri, accordo sul telelavoro. Ma solo fino al 25% dell’orario

Norme in vigore dall’1 gennaio 2024. Il numero di giorni da casacalcolato su base annuale

Anche se non è stato raggiunto l’obiettivo “sul modello francese” dei due giorni la settimana, Svizzera e Italia ieri hanno finalmente blindato a meno di due mesi dalla scadenza naturale dell’ennesima proroga, «una regolamentazione fiscale durevole» sul tema sensibile del telelavoro dei frontalieri. Ne hanno dato notizia dopo aver sottoscritto una dichiarazione d’intenti il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e la consigliera federale Karin Keller-Sutter. In buona sostanza, dal prossimo 1 gennaio «tutti i lavoratori frontalieri ai sensi dell’Accordo sui frontalieri firmato nel dicembre 2020, avranno la possibilità di svolgere la loro attività in modalità di telelavoro presso il proprio domicilio fino al 25% del tempo di lavoro. Ciò non avrà ripercussioni né sullo Stato legittimato a imporre l’attività di lavoro dipendente né sullo status di lavoratore frontaliere», si legge nella nota congiunta.

Nel contempo, «è stata decisa un’estensione della soluzione transitoria decisa dai due Governi il 20 aprile 2023. In particolare, le autorità competenti di entrambi gli Stati definiranno, entro fine novembre, regole speciali per l’imposizione del telelavoro dei lavoratori frontalieri per il periodo dall’1 febbraio al 31 dicembre 2023».

A perimetrare sotto il profilo pratico la dichiarazione d’intenti annunciata dai due ministri dell’Economia ci ha pensato nel primo pomeriggio di ieri (la nota congiunta è stata divulgata alle 13.30) Andrea Puglia, responsabile frontalieri del sindacato Ocst: «Italia e Svizzera hanno dunque comunicato di aver raggiunto un’intesa di massima sul telelavoro dei frontalieri. Dall’1 gennaio tutti i lavoratori frontalieri potranno lavorare da casa per il 25% del tempo di lavoro, calcolato su base annuale (puntualizzazione importante) senza avere impatti di natura fiscale. Al tempo stesso questo 25% sarà valido anche sul piano delle assicurazioni sociali in virtù dei regolamenti europei. Si tratta di un accordo molto atteso, che dà una prospettiva duratura a un tema che fino ad oggi era totalmente deregolamentato e che sin qui era stato trattato attraverso norme transitorie, spesso confuse». Da rimarcare - nell’ottica di una programmazione del lavoro da casa - che «questo 25% verrà calcolato su base annuale. Ciò significa che i frontalieri in media potranno lavorare da casa un giorno a settimana e più in generale potranno utilizzare un “pacchetto di giorni” nell’arco dell’anno, tenendo ben presente però la media del giorno a settimana». «È evidente che lavoratori e parti sociali si attendevano qualcosa di più ovvero quel 40% (pari a 2 giorni a settimana, ndr.) deciso dentro l’accordo tra Svizzera e Francia», ha infine rimarcato Andrea Puglia.

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