La filiera del legno arredo è in fase di attesa tra l’incognita dazi e l’allarme per l’avanzata cinese

Il bilancio Primo trimestre all’insegna dell’incertezza: export stabile intorno ai 4,7 miliardi. Feltrin (FederlegnoArredo): «Import dalla Cina cresciuto del 25%, il dato non lascia tranquilli»

Il primo trimestre del 2025 si chiude all’insegna della stazionarietà per l’export nazionale della filiera legno-arredo.

Con un valore complessivo di 4,7 miliardi di euro, il settore registra un leggero calo dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un’andatura “a passo di gambero” che riflette un contesto internazionale complesso e incerto.

L’Unione Europea, storico mercato di riferimento, assorbe 2,5 miliardi di euro del nostro export, ma mostra un lieve segno di flessione (-0,2%). È oltre i confini del Vecchio Continente che si scorgono i segnali più incoraggianti: le esportazioni verso i Paesi extra-Ue crescono dell’1,7%, raggiungendo quota 690 milioni di euro.

I settori

Entrando nel dettaglio, il macrosistema arredamento segna un rallentamento dell’1,1%, attestandosi a 3,4 miliardi di euro. Qui, la performance di cucine (-8,3%) e ufficio (-9,8%) preoccupa maggiormente. Di contro, il macrosistema legno si distingue con un solido +1,6%, per un valore di 1,25 miliardi di euro, spinto in particolare dal buon andamento (+9,7%) di prodotti e finiture d’arredo per l’edilizia.

Occhi puntati sugli Stati Uniti, che nel trimestre mostrano un incoraggiante +3%. Un dato che, secondo gli analisti di FederlegnoArredo, potrebbe essere influenzato dal tentativo delle aziende di anticipare l’applicazione dei dazi, la cui scadenza è stata recentemente posticipata dal 9 luglio all’1 agosto.

«Come accade ormai da quasi un anno a questa parte – commenta Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo – riuscire a immaginare anche il futuro più prossimo è davvero impossibile, ma il dato evidente è che mentre siamo in balia delle dichiarazioni del presidente Usa, continua anche il trend negativo dei principali Paesi che importano i nostri prodotti. Nella Top 10 continuano a calare Francia e Germania (rispettivamente -4,2% e -2,6%), mentre UK e Spagna registrano un +3,3% e un +7,4%; gli Emirati Arabi Uniti registrano la migliore variazione percentuale con un +11,1% per un valore totale esportato di 108 milioni di euro. Un campanello d’allarme arriva anche dal dato dell’import in Italia di prodotti cinesi, che abbiamo visto a marzo toccare il + 25%, anche se i dati Istat di aprile 2025 riportano per il mobile una flessione delle importazioni del 3,5%. Un piccolo segnale positivo? Lo capiremo nei prossimi mesi, ma l’avanzata del gigante cinese non deve farci stare troppo tranquilli. Non a caso, per il clima di fiducia espresso a maggio dalle aziende, il saldo dei giudizi sugli ordini (differenza tra giudizi sugli ordini alti e bassi) si attesta al –24,1%, in peggioramento rispetto al –20,2% di aprile. Da evidenziare, al contempo, che il 61,7% delle imprese dichiara comunque che gli ordini sono “normali”, quindi in linea con le aspettative: dato che trova conferma anche nella produzione industriale del mobile, che nel periodo gennaio-aprile 2025 ha registrato un +5,4%».

L’area lariana

L’area lariana, con le province di Como e Lecco, rappresenta un polo cruciale per il “sistema arredo”. A fine 2024, le imprese attive erano 944, l’1,5% del totale nazionale. Como, con 833 aziende (2% dell’incidenza sul totale imprese), si conferma la seconda provincia in Italia per importanza nel settore.

Tuttavia, il comparto ha subito una contrazione. Rispetto al 2015, l’area lariana ha perso 260 aziende (-21,6%). Solo nel 2024, la diminuzione è stata di 36 unità (-3,7%), quasi interamente nella provincia di Como.

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