«La tassa sulla salute è inutile e ingiusta. Valuteremo il ricorso»

Confine Il sindacato Ocst contro il prelievo in busta paga. «Non è così che si trattengono gli infermieri in Italia». Ma il meccanismo non entrerà in vigore prima del 2025

Regione Lombardia non passerà all’incasso della “tassa sulla salute” prima del 2025, mentre non sarà così facile per il Pirellone ed in generale per le istituzioni italiane ottenere i dati dei “vecchi” frontalieri, cui sarà applicato il nuovo contributo di compartecipazione per la spesa sanitaria. Il tutto mentre ieri l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, stando a quanto riportato dal consigliere del Partito Democratico Angelo Orsenigo, ha definito «la tassa sanitaria per i “vecchi” frontalieri una giusta compensazione». Ma andiamo con ordine. Durante un webinar molto partecipato promosso da Cambiavalute.ch, il responsabile dell’Ufficio Frontalieri del sindacato Ocst, Andrea Puglia, ha chiarito diversi aspetti di questo nuovo e dibattuto balzello, contenuto nella Legge di Bilancio 2024.

«Nutro forti dubbi sul fatto che questo provvedimento possa essere costituzionale - le parole di Andrea Puglia - qualora ci fosse un minimo spiraglio di incostituzionalità, rispetto alle verifiche che stiamo portando avanti, non esiteremo a dar corso ai ricorsi del caso. Aggiungo che non è alzando di 200 euro lo stipendio dell’infermiere di Como - per citare un esempio calzante - che la Svizzera diventerà meno appetibile, pur a fronte del nuovo sistema di tassazione. La “tassa sulla salute” oltre a non essere, a nostro avviso, costituzionale non avrà effetti concreti sulle dinamiche occupazionali». Poi l’affondo istituzionale: «L’idea del governo è quella di prendere i soldi ai “vecchi” frontalieri (quelli cioè occupati prima del 17 luglio, ndr), facendo i conti in tasca a queste persone, utilizzandoli poi per finanziare altri professionisti. Peccato che ogni anno i “vecchi” frontalieri ogni anno numericamente diminuiranno. È una categoria che andrà a esaurirsi nel tempo e dunque questa misura sarà a scadenza nel tempo».

L’applicazione

Ricordando che la “tassa sulla salute” ogni anno porterà in dote a ciascun “vecchio” frontaliere un contribuito per la sanità tra i 30 ed i 200 euro mensili, toccherà alle Regioni (in primis Lombardia e Piemonte) definire «dentro una legge regionale gli importi dovuti», immaginando che «verranno fissate fasce di reddito». In questo contesto, il responsabile Frontalieri di Ocst rileva un dettaglio di assoluto rilievo per quella che poi dovrà essere l’attività propedeutica alla riscossione vera e propria del nuovo balzello: «Nell’unico incontro, peraltro informale, avuto con le autorità italiane, abbiamo fatto notare che l’Italia non riceverà dalla Svizzera i dati dei “vecchi” frontalieri, perché nel nuovo accordo tra i due Paesi è previsto lo scambio di dati, ma solo per quei frontalieri che dovranno pagare le tasse in Italia, e cioè i “nuovi” frontalieri, i fuori fascia e i rientri settimanali».

Nel contempo, sempre ieri, in Consiglio regionale, durante il question time l’assessore al Welfare Guido Bertolaso ha così risposto ad un quesito del consigliere Angelo Orsenigo: «La tassa sanitaria sui “vecchi” frontalieri è una giusta compensazione. È una legge dello Stato e noi intendiamo applicarla». Da qui la replicata piccata del consigliere Orsenigo: «Regione Lombardia è ben felice di mettere le mani nelle tasche di decine di migliaia di frontalieri. Ora abbiamo la prova del tradimento della Lega».

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