L’allarme rosso di Confindustria: l’energia fa paura

Il roadshow Imprenditori di Lecco, Sondrio e Como hanno incontrato l’assessore regionale Guido Guidesi: «Le aziende chiudono, ora la politica ci deve aiutare»

Le enormi difficoltà delle imprese alle prese con la crisi energetica e le loro aspettative rispetto alle azioni dei decisori politici. È su questi elementi che, ieri pomeriggio, si è concentrata l’attenzione degli imprenditori presenti nella sede di Confindustria Lecco e Sondrio, che ha ospitato la prima tappa del roadshow “50 traguardi per la Lombardia”.

Protagonisti dell’incontro, insieme all’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi, tre industriali delle province di Lecco (Elena Maria Carla Torri, ceo di Icma), Sondrio (Beppe Ghelfi, ad di Ghelfi Ondulati) e Como (Gianluca Brenna, titolare della Stamperia di Lipomo).

Sofferenza

«Noi – ha affermato quest’ultimo - facciamo parte di una filiera gasivora ed energivora, che in questo momento è in estrema sofferenza. La paura degli operatori è che le famiglie che si apprestano a pagare le bollette invernali poi abbiano meno soldi da destinare ad altri acquisti. In queste condizioni non capiamo perché durante la pandemia sia stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale e ora, che siamo praticamente in uno stato di guerra, non lo si faccia. Se chi regola il mercato non agisce tempestivamente, si dà ad ogni imprenditore la possibilità di fare quello che vuole per salvarsi. Anche le cose più temerarie. E qui non sono gli onesti che vanno avanti ma i banditi».

Ghelfi, invece, ha ricordato che «il costo della carta è triplicato, mentre i rincari energetici hanno portato alla chiusura di diverse grosse cartiere, condizionando pesantemente il mercato. Oggi, con i costi dell’energia che sono quanto meno raddoppiati, bisogna ripartire dalle persone, che comunque per le imprese sono sempre al centro. Non possiamo fermare la filiera primaria: frutta, verdura e pasta devono poter essere sempre disponibili per i cittadini. Quindi, anche a costo di lavorare in perdita andremo avanti, con il gasolio o altro, eliminando tutti gli sprechi».

La parola è passata quindi a Elena Maria Carla Torri. «Abbiamo fornitori italiani che ci hanno comunicato che chiuderanno a causa dei costi energetici, ma la domanda del mercato continua ad essere molto alta, quindi i clienti andranno altrove. Magari da nostri “vicini di casa”, che godono sull’energia di condizioni molto migliori rispetto alle nostre. Sotto il profilo energetico siamo partiti in anticipo: abbiamo iniziato presto a investire nel fotovoltaico, nel 2009. Questa crisi ha solo accelerato i processi».

La risposta

A interfacciarsi con gli imprenditori, l’assessore Guidesi. «Siamo alle prese con una pandemia energetica, per cui servono i giusti spazi, coperture e garanzie europei per mettere a terra azioni che permettano alle aziende di continuare a competere e di mantenere le quote di mercato. Le aziende ci chiedono di affrontare il tema e noi lo facciamo adottando tutte le misure possibili sulla base delle nostre competenze e risorse. Il problema è la scarsa attenzione nei confronti del problema, dimostrata anche di recente da consigli europei andati a vuoto o rinviati. Siamo alle prese con un picco di ordini ma nell’impossibilità di produrre perché accendere i cicli produttivi costa più che tenerli spenti. Se fino ad ora si sono limitate le richieste di accesso alla cassa integrazione è solo perché tanti imprenditori hanno rinunciato alla marginalità. Oggi l’obiettivo strategico deve essere i riuscire a dipendere il meno possibile dall’esterno in termini di energia».

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