Lavoro in Ticino. Il salario medio è di 5.300 franchi

Concorrenza La carenza di manodopera del territorio è causata anche dai livelli retributivi della Svizzera. I frontalieri rappresentano quasi un terzo degli occupati

Alla fine del primo trimestre dell’anno, un lavoratore su tre (31,6%) occupato in Ticino era in possesso di un permesso “G” o comunque di un permesso da frontaliere.

È quanto ha ufficializzato l’Ufficio di statistica cantonale, rilevando anche un altro dato di rilievo e cioè che il 67,4% dei frontalieri occupati in Ticino (78.645 il dato al 31 marzo, in leggero regresso rispetto ai due trimestri precedenti) garantiva la piena efficienza del settore Terziario, di cui sono parte integrante - per citare due esempi calzanti - la sanità, le attività tecniche e scientifiche (sempre più gettonate) e così il segmento dell’hotellerie e della ristorazione.

A livello generale, i posti di lavoro disponibili risultavano essere poco più di 243mila - sempre su base cantonale - il 36,5% dei quali riconducibili ad occupazioni part-time, fenomeno in continuo aumento anche nel Cantone di confine. Detto che in Ticino oltre 90mila persone risultavano beneficiare di una pensione, dei 243mila lavoratori occupati al 31 marzo il 53,4% era da ricondurre a lavoratori stranieri, di cui il 31,6% citato poc’anzi frontalieri.

La popolazione residente al 31 marzo nel Cantone di confine era pari a 30.9741 abitanti, con 176mila persone attive nel mondo del lavoro. L’altro tema riguarda il tema della disoccupazione, che in Ticino vede la contrapposizione tra i numeri forniti dall’indice internazionale Ilo e quelli invece in arrivo attraverso gli Ufficio regionali di collocamento.

Ai sensi dell’indice Ilo i disoccupati a livello cantonale risultavano essere 12.699 con un tasso di disoccupazione pari al 7,2% a fronte del tasso rilevato dalla Seco (la Segreteria di stato dell’economia) pari al 2,5%. Un altro dato sensibile riguarda lo stipendio medio mensile, che su base cantonale veniva calcolato sui 5301 franchi, con la consueta differenza tra il salario maschile - pari a 5531 franchi - e quello femminile, che si attestava a 4812 franchi.

L’altro grande tema in essere riguarda la cronica carenza di lavoratori qualificati, che chiama in causa direttamente anche i nostri frontalieri, ancor più dopo l’entrata in vigore del nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia.

In un reportage di qualche giorno fa, il portale TvSvizzera.it ha evidenziato che il salario - come dimostrano anche i dati pubblicati qui sopra - resta una carta vincente per il Ticino per attirare manodopera, specie se qualificata. Anche se proprio per gli effetti del nuovo accordo fiscale, il Ticino e la Svizzera ora sono “costretti” a mettere in campo anche altri benefit per accaparrarsi la manodopera disponibile.

In particolare, Adecco ha fatto sapere che «oltre a salari competitivi, sono importanti anche benefit come la formazione continua e così le opportunità di sviluppo per la carriera professionale oltre ad un ambiente di lavoro stimolante».

Il sindacato Ocst ha poi fatto notare che anche la figura del frontaliere sta cambiando, con il classico permesso “G” che si sta trasformando in un permesso “B” di dimora, che presupposto dunque un’abitazione oltreconfine.

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