Mancano i profili tecnici
L’industria tessile
chiama giovani e scuole

Il Setificio coglie la sfida del sistema produttivo con il corso quadriennale in chimica e materiali. Tamborini (Sistema Moda Italia): «Abbiamo bisogno di giovani formati e devono essere preparati anche i docenti»

Il distretto tessile chiama all’appello i giovani. Nonostante il lento recupero post pandemia, alla filiera occorrono giovani con competenze adeguate ad affrontare un mercato in rapida e continua evoluzione.

Un contributo in questa direzione arriva dal percorso quadriennale in Chimica e materiali a curvatura tessile dell’Isis Paolo Carcano di Setificio, che quest’anno vedrà arrivare all’esame di Stato la prima classe composta da diciannove studenti.

«Ci tengo a sottolineare che si tratta di un corso d’eccellenza che in primis è capace di aprire la testa ai ragazzi che lo frequentano - afferma Graziano Brenna, imprenditore e presidente di Fondazione Setificio - Un corso che ora dobbiamo far conoscere alle famiglie di questi ragazzi, che spesso lo ritengono erroneamente una soluzione di serie b solo perché non ne conoscono le peculiarità».

Si tratta di un corso che permette di diplomarsi con un anno in anticipo e di concludere il percorso formativo in dodici anni, in linea con quanto accade in molti altri Paesi europei.

Le aziende

Alla presentazione del corso ha partecipato Sergio Tamborini, amministratore delegato di Ratti Spa e presidente di Sistema Moda Italia. «Smi rappresenta circa 40mila aziende: si tratta di 400mila addetti, persone che fanno lavori che spesso nella filiera della moda non sono rappresentati - dice Tamborini - quando si pensa al nostro mondo, vengono subito in mente le sfilate e gli stilisti: appare tutto come uno show, ma dietro c’è una quantità di lavoro manuale che pochi conoscono davvero. In Smi vogliamo ridare dignità al lavoro manuale, che è una parte importantissima del nostro lavoro, e vogliamo informare, prima ancora di formare, raccontando cosa è il nostro mondo, cosa vi accade. Se ai genitori viene offerto solo un modello, come quello dello stilista, i ragazzi verranno orientati verso una certa professione. Purtroppo, l’informazione su cosa sia realmente il mondo manifatturiero tessile è scarsa. Nella nostra industria mancano tecnici, mancano operai. Le aziende hanno bisogno di persone formate, e devono essere formati anche gli insegnanti. Dobbiamo puntare sull’alternanza-scuola lavoro ma anche valutare di utilizzare le persone che escono dal mondo lavorativo per formare con la loro esperienza i giovani».

L’università

Il percorso quadriennale in chimica ha un naturale link con l’università. Ne è convinto Gianluigi Broggini, docente del Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia dell’Insubria. «Il corso di laurea in Chimica ormai da vent’anni è strutturato in modo da permettere agli studenti di sviluppare competenze forti già dai primi anni. Poi, chi ha più interesse ad approfondire le aree base della Chimica, può proseguire la magistrale che permette sbocchi nell’ambito della ricerca e in azienda, in varie posizioni. Per chi invece è più orientato verso temi professionalizzanti, sono disponibili insegnamenti istituiti in sinergia con enti del territorio per formare nelle tematiche più vicine alle aziende».

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