Mazzone, Cdo: «Ascolto responsabile
per costruire fiducia»

Il presidente di Cdo Como al Meeting di Rimini: «In aiuto alla comunità di Maccio per l’Ucraina e di Emmaus»

R esponsabilità e ascolto, queste le parole chiave che Marco Mazzone, presidente Cdo Como, porta a casa dal Meeting di Rimini che si è concluso ieri. Parole chiave non da custodire in un cassetto, ma da mettere in pratica e condividere.

Partiamo dalla responsabilità, in che senso?

La questione centrale è che non possiamo più perdere tempo, ognuno deve riscoprire la propria responsabilità, lavorando insieme in una vera dimensione di collaborazione. Non si tratta di un atto formale, ma di un impegno concreto, in cui ciascuno si assume la responsabilità di costruire, facendo la propria parte nel proprio territorio. Lavorare insieme dando valore alla ricchezza degli incontri e delle esperienze condivise. L’individualismo, da questo punto di vista, è perdente. È un’illusione.

Lunedì sera, durante la cena organizzata al Meeting, la delegazione di Cdo Como ha ospitato l’Associazione Emmaus, quali spunti sono emersi?

Emmaus sostiene le famiglie ucraine sul posto con percorsi di aiuto e di supporto. L’ascolto delle loro esperienze è stato toccante, un grande esempio di umanità. Il tema di quest’anno era “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”. Anche nei luoghi che appaiono come deserti, perché difficili e apparentemente privi di opportunità, ci sono realtà vive di umanità. Bisogna partire proprio da questa umanità e imparare ad allargare lo sguardo. Il Meeting ci ha permesso, attraverso testimonianze e incontri, di scoprire esperienze che portano pace e speranza. Ma per coglierle davvero, è necessario mettersi in ascolto. Smettere di lamentarsi, riconoscere il proprio compito e svolgerlo insieme agli altri, costruendo così nuovi mattoni di speranza e futuro.

Avete incontrato anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, com’è andata?

Qualcuno dalla sala le ha chiesto perché sente così forte il senso di appartenenza all’Europa. Lei ha risposto: «Se non lo facevo io, non lo avrebbe fatto nessuno». Raccontava della sua realtà, Malta, che inizialmente non si sentiva europea. L’Europa è un aiuto, un’opportunità per i popoli europei di realizzare il loro benessere, non dobbiamo dimenticarlo.

E il colloquio con Alessandra Locatelli Ministro per le disabilità?

Ha ascoltato con attenzione le esperienze delle Cdo Sociali, l’associazione di promozione sociale che fa parte della Cdo. Dialogando sono emerse opportunità concrete, anche in relazione alla nuova legge sulla disabilità che il Ministro sta portando avanti e che evidenzia un cambio di mentalità: dal modello assistenziale a una logica che mette al centro la persona e la sua dignità.

La persona con disabilità è una risorsa, non si tratta di assisterla passivamente, ma di offrirle la possibilità di lavorare, partecipare e contribuire attivamente.

Come verranno tradotte tutte queste ispirazioni nella pratica?

Ci sono venute in mente tante opportunità. Ci siamo incontrati con un’altra realtà a noi vicina, la Cdo di Pesaro, e da qui sono nate sinergie tra i nostri territori, ma non solo per i nostri associati, abbiamo conosciuto anche il sindaco di Pesaro. Queste relazioni generano fiducia, e la fiducia a sua volta produce sviluppo, anche per le aziende, rafforzandone la competitività.

Le testimonianze sull’Ucraina ci hanno fatto capire quanto sia vicina a noi, non possiamo far finta di niente. La comunità di Maccio, per esempio, ogni due mesi va a Kharkiv e a Kiev a portare alimenti e ora si sta costituendo come associazione per accedere a bandi e sovvenzioni.

Organizzeremo eventi per sostenerli, portando testimoni e dando voce a queste esperienze. Anche con Emmaus faremo sicuramente qualcosa. Poi lavoreremo con i nostri soci, sia nell’ascoltarli ancora più attentamente, sia per favorire tra loro una collaborazione e un’interazione sempre più efficaci.

Tutti insieme possiamo contribuire concretamente al benessere del nostro territorio, sfruttando le opportunità che offre, ma anche costruendo relazioni significative con altri territori. Come diceva Papa Francesco: «Siamo chiamati a rispondere».

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