Meccanica lariana. Utili e margini rimangono elevati

I numeri L’analisi sulla forza competitiva del settore. L’economista Dossena: «Bene anche gli investimenti»

Il settore della meccanica sta affrontando rivoluzioni epocali sul fronte green e digitale, ma gode di ottima salute e ha i mezzi necessari per cavalcare i cambiamenti.

Di transizione green-digital si è parlato ieri mattina a Erba, in un convegno organizzato al Castello di Casiglio da Confindustria Como e Confindustria Lecco Sondrio con Unicredit.

Dopo i saluti di Serena Costantini e Giacomo Riva, presidenti dei settori metalmeccanici di Confindustria Como e Confindustria Lecco Sondrio, e di Stefano Sala, responsabile dello sviluppo territoriale in Lombardia di Unicredit, la parola è passata ad Andrea Dossena, economista associate partner dell’istituto di ricerca finanziaria Prometeia che ha analizzato lo stato di salute del settore meccanico.

«La meccanica - ha ricordato Dossena - è sempre la prima ad essere investita dalle innovazioni, ma il tempo tra una rivoluzione tecnologica e l’altra si accorcia sempre di più. Le aziende sono chiamate a a stare al passo con i tempi, adattandosi alle nuove sfide poste dall’innovazione».

Per restare competitivi sul mercato servono investimenti. La buona notizia è che le aziende meccaniche di Como, Lecco e Sondrio hanno margini superiori a quelli dei colleghi lombardi e italiani, hanno risultati finanziari positivi, non stanno risentendo troppo dell’aumento dei tassi di interesse e possono investire nella transizione green e digitale senza appesantire troppo i bilanci.

«Nel periodo tra il 2017 e il 2022 - ha detto l’economista - nelle tre province di Como, Lecco e Sondrio gli investimenti sono stati il 7,7% del fatturato, contro il 6,6% a livello regionale. Per il 2025 le prospettive sono buone, ci sarà una ripresa al netto di quanto potrà accadere di inaspettato nell’ambito geopolitico mondiale».

Nel 2023, le tre province hanno incrementato del 33,2% le esportazioni di macchine utensili, del 13,8% i prodotti di meccanica strumentale, del 7,9% l’oil & gas. Si registrano invece flessioni per le esportazioni di motori elettrici (-3,3%), lavorazioni meccaniche (-4,6%), fonderie e tubi (-9,8%). L’area europeo-mediterranea assorbe il 75% dell’export italiano, compreso dunque quello dei territori di Como, Lecco e Sondrio. Nel settore meccanico, negli ultimi anni l’Italia ha sempre fatto meglio degli altri competitor europei. Cavalcare la transizione green e digitale è indispensabile per confermare questo primato.

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